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Nel ranking ESG la Svizzera si posiziona all’ottavo posto su 28 Stati dell’OCSE.
Nel ranking ESG la Svizzera si posiziona all’ottavo posto su 28 Stati dell’OCSE.

Tra i 28 Stati dell'OCSE, la Svizzera occupa l'ottavo posto nella classifica ESG. Immagine: Adobe Stock

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In rotta malgrado i venti contrari all’ESG

Secondo l’agenzia di rating Inrate, le imprese elvetiche sono ben posizionate nel contesto internazionale. La Svizzera punta a obiettivi concreti e, con costanza e discrezione, ha via via ampliato il quadro normativo sulla finanza sostenibile.

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In rotta malgrado i venti contrari all’ESG

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Quest’anno nel settore delle banche, della gestione patrimoniale e delle im- prese si è osservata una tendenza mon- diale ad allontanarsi di netto dalla li- nea impostata sulle tematiche della so- stenibilità. Fattori determinanti sono state le costanti incertezze normative e una svolta politica in fatto di neutra- lità climatica e trattati internazionali sul clima, in particolare negli USA. La Svizzera non sembra finora essersi fatta condizionare da questo evidente vento contrario e, anzi, ha proseguito con il suo approccio verso un’economia soste- nibile. Dal 2022, anno in cui sono en- trate in vigore le disposizioni sulla ren- dicontazione non finanziaria nel Codice delle obbligazioni, ha inoltre ampliato, con costanza e discrezione, il quadro normativo per un’economia sosteni- bile. Un’analisi dell’agenzia di sosteni- bilità svizzera Inrate mostra che nel ran- king globale ESG (che sta per ambiente, società e governance), le imprese sviz- zere occupano l’ottavo posto su 28 Stati dell’OCSE (Organizzazione per la coo- perazione e lo sviluppo economico) e, con una valutazione media pari a B, si posizionano chiaramente nel gruppo di testa. Tale costanza di performance si manifesta soprattutto nei settori dell’e- nergia, della comunicazione e delle ma- terie prime – quelli che altrove sono sot- toposti a un severo controllo ESG.

Focus sui rischi d’impresa

Il 1° gennaio 2025 in Svizzera è entrata in vigore la Legge sul clima e sull’in- novazione che sancisce l’obbligo per tutte le imprese del Paese di raggiun- gere la neutralità climatica entro il 2050. La legge stanzia inoltre incentivi per ­ 1,2 ­ miliardi di franchi destinati a co- prire fino al 50% dei costi di capitale e di esercizio per progetti di decarboniz- zazione innovativi. «La Svizzera privile- gia la sostanza ai gesti simbolici», spiega Saurabh Srivastava, Managing Director di Inrate. «I nostri quadri di riferimento ESG si concentrano su rischi reali d’im- presa, in particolare quelli finanziari le- gati al clima; il valore di queste analisi è tuttora riconosciuto tanto dai detentori quanto dai gestori di patrimoni».

Due quadri di riferimento relativa- mente nuovi sottolineano la continua ri- levanza della sostenibilità negli investi- menti in Svizzera. Lo Swiss ­ Stewardship Code, introdotto ad ottobre del 2023 dall’Asset Management Association ­ Switzerland (AMAS) e dallo Swiss ­ Sustainable Finance (SSF), è un codice di condotta su base volontaria che con- templa il concetto di «doppia materia- lità»: le imprese devono cioè comunicare non solo come fattori ambientali e sociali condizionano la loro situazione finanzia- ria ma anche come la loro attività influ- isce su ambiente e società. Pur non es- sendo un concetto esclusivamente sviz- zero, la doppia materialità è considerata all’avanguardia. Come elemento cen- trale anche della legislazione dell’UE sulla rendicontazione in materia di so- stenibilità, costituisce un approccio più completo rispetto alla sola valutazione dei rischi finanziari. I nove principi dello ­ Stewardship Code spaziano dalle strut- ture di governance, che ancorano la so- stenibilità a livello di CdA, fino ai mec- canismi di voto orientati alla creazione di valore a lungo termine. La Svizzera si po- siziona così davanti a molti Paesi europei ancora alle prese con le sfide normative della finanza sostenibile.

Miglioramenti significativi

«Il codice va ben oltre la mera com- pliance in quanto pone l’accento sul dia- logo attivo con le società in portafoglio, sulle strategie di escalation e su un re- porting trasparente», afferma Saurabh Srivastava. «Ha influenzato lo sviluppo dei prodotti dei grandi fornitori di dati e caratterizzato le strategie di engagement degli investitori istituzionali, fungendo al- tresì da modello per quei Paesi in cerca di alternative ad approcci troppo pre- scrittivi». Secondo ­ l’Engagement Report 2024 di Inrate, è comprovato che que- sto dialogo attivo contribuisce al miglio- ramento della performance. «Abbiamo constatato che il coinvolgimento attivo produce risultati tangibili», aggiunge l’e- sperto di sostenibilità. «In 95 imprese da noi analizzate che praticano questo ap- proccio, abbiamo osservato migliora- menti significativi in 75 indicatori di per- formance nonché una maggiore coerenza con gli obiettivi di engagement». Un altro quadro di riferimento che evidenzia l’o- rientamento sostenibile della Svizzera è la Circolare FINMA 2026/1 sui rischi fi- nanziari connessi a eventi naturali, pub- blicata alla fine del 2024. La circolare pre- vede disposizioni vincolanti per banche e assicuratori che sono chiamati a gestire i rischi in modo proattivo tramite strutture di governance chiare e una valutazione della materialità finanziaria delle esposi- zioni al rischio. Tali rischi, invece di essere trattati separatamente, devono essere in- tegrati nelle categorie di rischio esistenti, come il rischio di credito, di mercato o operativo. In un processo distribuito su più tappe, i grandi istituti dovranno pre- sentare una copertura completa dei rischi legati agli eventi naturali entro gennaio 2026, i più piccoli entro il 2027 e tutti gli altri al più tardi entro il 2028. «Questa ta- bella di marcia tiene conto del fatto che banche e assicuratori non hanno ancora l’infrastruttura dati necessaria né la capa- cità di analisi e le competenze di risk ma- nagement per valutare in maniera com- pleta i rischi connessi agli eventi natu- rali», spiega Saurabh Srivastava. «Anche se tutti gli istituti prevedono programmi per abbattere le emissioni di gas serra, e di questi il 90% si è posto obiettivi di ri- duzione a breve termine, la divulgazione di temi quali i rischi per la biodiversità è stata finora molto contenuta». Nono- stante i progressi ottenuti grazie a que- sti due quadri di riferimento sarebbe però mistificatorio descrivere la realtà ESG in Svizzera del tutto positiva. Per- mangono infatti incertezze normative e un mix complesso di codici di condotta volontari e vincolanti, alcuni incentrati sulla doppia materialità e altri esclusiva- mente sulla rilevanza finanziaria. Inoltre ci sono differenze tra gli approcci della Svizzera e dell’UE: mentre le disposi- zioni svizzere si concentrano di più sulle attività di imprese che tengono conto dell’impatto sul clima, l’UE dà priorità alla rendicontazione basata sui rischi.

Dichiarazione: questo contenuto è stato creato da Sustainable Switzerland su incarico di Inrate.

Questo articolo copre i seguenti SDG

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) sono 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile concordati dagli Stati membri dell'ONU nell'Agenda 2030 e riguardano temi quali la riduzione della povertà, la sicurezza alimentare, la salute, l'istruzione, l'uguaglianza di genere, l'acqua pulita, l'energia rinnovabile, la crescita economica sostenibile, le infrastrutture, la protezione del clima e la tutela degli oceani e della biodiversità.

8 - Lavoro dignitoso e crescita economica
16 - Pace, giustizia e istituzioni solide

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