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Alluvione dopo forti piogge: nella valutazione di rischi e danni futuri le compagnie assicurative si trovano di fronte a una serie di incertezze. Foto: Istock

Economia Contenuto partner: economiesuisse

«Essere sostenibili significa anche pensare in termini economici»

Con quasi 50 000 persone alle sue dipendenze, il settore assicurativo è un attore importante per l’economia elvetica. Per il suo stesso modello operativo orientato sul lungo termine la sostenibilità è insita nel suo DNA – afferma Jean-Philippe Moser, vicedirettore dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA) – e, aggiunge, andrebbe sempre valutata nel suo complesso.

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Dr. Jean-Philippe Moser, 52 anni, dirige il dipartimento Settori assicurativi ed è vicedirettore dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni ASA. In passato ha lavorato nella consulenza aziendale, ha ricoperto diversi ruoli manageriali nel settore assicurativo, nelle banche regionali svizzere e, da ultimo, come membro del consiglio direttivo della Mobiliare.

Con il cambiamento climatico emergono nuovi rischi e, al contempo, esigenze assicurative supplementari. Inoltre le spese per i danni possono essere scaricate sui premi. Allora perché le compagnie d’assicurazione s’interessano alla sostenibilità?

Jean-Philippe Moser: In effetti gli assicuratori devono coprire anche i rischi causati dal cambiamento climatico. Però nessuno ha interesse a che si verifichino dei danni. Chi stipula un’assicurazione auto non vuole certo fare un incidente e gli assicuratori sono ben contenti di avere clienti virtuosi. Lo scopo dell’economia assicurativa è far sì che le persone siano in linea con la loro valutazione del rischio e si sentano protette economicamente. In genere questo settore è strutturato su un orizzonte temporale molto lungo. Assicuriamo rischi futuri e di lunga durata, p. es. con la previdenza per la vecchiaia. Inoltre siamo una delle prime industrie a sperimentare sulla propria pelle le conseguenze del cambiamento climatico. Si ripercuote direttamente sulla nostra attività, come nel caso degli eventi naturali e dei loro danni. Va da sé, quindi, che il nostro settore stia studiando a fondo la sostenibilità e sia fortemente attivo nella prevenzione.

Qual è il contributo che il settore assicurativo può dare alla sostenibilità?

Ognuno di noi può e deve contribuire a una maggiore sostenibilità. Nell’interesse della società di domani – e anche nel proprio interesse. Per gli assicuratori, come per tutte le imprese, sorge la domanda: cosa possiamo fare all’interno della nostra azienda? Nel settore sta già succedendo tantissimo, dalla gestione dei rifiuti alla ristrutturazione energetica degli uffici fino alla riduzione dei viaggi di lavoro. Ma la sostenibilità va coltivata anche al di fuori dell’azienda. E anche su questo fronte c’è molta attività: vengono sovvenzionate cattedre per la questione climatica, viene introdotto e finanziato un ampio lavoro di prevenzione e tanto altro ancora. Inoltre motiviamo i nostri collaboratori e collaboratrici ad agire responsabilmente in ogni aspetto della vita.

Con i soldi che ricevono sotto forma di premi o contributi e che poi investono, gli assicuratori hanno il potere di creare un notevole impatto. Stiamo parlando d’investimenti in capitale dell’ordine di 540 miliardi di franchi circa.

Il settore assicurativo è investito di una grande responsabilità: usare questa somma nel modo giusto – una riprova in più del fatto che la sostenibilità non può essere ridotta al solo aspetto ecologico. Per realizzare rendimenti sul mercato a lungo termine occorre conciliare gli obiettivi ecologici con quelli economici. Per soddisfare le aspettative della clientela occorre garantire rendimenti anche a distanza di anni e decenni, p. es. per finanziare le rendite. Infine, per agire in modo sostenibile occorre pensare anche in termini economici. Un esempio? La decarbonizzazione della nostra società ha un costo. Per pagarlo le imprese devono guadagnare soldi da allocare in investimenti. Per quanto riguarda la protezione del clima, le economie di mercato redditizie sono spesso quelle più innovative. Perseguire una sostenibilità ecologica a danno di quella economica è rischioso. Perché la sostenibilità ecologica poggia anche sull’innovazione, che deve essere sostenuta dall’economia di mercato.

Nel suo rapporto sulla sostenibilità l’ASA sostiene che le agevolazioni fiscali siano indispensabili per permettere all’economia di conseguire i fondi necessari per la decarbonizzazione. In questo contesto in Svizzera vengono già concesse parecchie agevolazioni. Cosa chiedete in concreto?

Che lo Stato gestisca i fondi di cui dispone in ottica sostenibile. Se viene meno l’equilibrio di un bilancio è possibile abbassare le spese o aumentare le entrate. La ricerca mostra che è più sostenibile abbassare le spese che applicare nuove imposte. Si tratta di gestire attentamente le risorse – tanto ecologiche quanto finanziarie. Un principio importante della sostenibilità consiste nel soddisfare le nostre esigenze presenti senza compromettere le capacità delle future generazioni di soddisfare le loro. Eppure è quello che stiamo facendo: carichiamo un peso enorme sulle spalle delle generazioni future. Anche per le casse pensioni c’è una ripartizione tra le generazioni. Secondo le stime della Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale CAV PP, se si sommano le ridistribuzioni annue dal 2014 al 2022, nell’arco di nove anni sono stati trasferiti 45,1 miliardi di franchi dagli assicurati attivi ai beneficiari di rendita. Questo assottiglia il margine di manovra dei giovani e delle generazioni future, una mossa tutt’altro che sostenibile.

«Perseguire una sostenibilità ecologica a danno di quella economica è rischioso.»

Le assicurazioni scommettono sempre più su investimenti esplicitamente green. 15 assicuratori privati svizzeri fanno parte della Net Zero Asset Owner Alliance (NZAOA) lanciata dalle Nazioni Unite e dagli assicuratori. I membri s’impegnano ad azzerare l’impatto climatico dei loro portafogli entro il 2050. Ad oggi più della metà di tutti gli investimenti in capitale degli assicuratori privati svizzeri sono soggetti a questa promessa. Che cosa significa in concreto? O, in altre parole, che cos’è precisamente un investimento sostenibile?

È importante distinguere tra rischi ed effetti della sostenibilità. Chi investe deve presentare chiaramente in che misura un prodotto riduce al minimo i rischi legati alla sostenibilità e come si allinea o contribuisce in modo efficace agli obiettivi di sostenibilità. La questione di come gestire gli investimenti sostenibili continua ad essere complessa. Puntare su fonti energetiche a basse emissioni di CO2 può favorire gli investimenti nel nucleare; intanto alcuni Paesi hanno abbandonato l’energia atomica e investito in gas e carbone. La politica cambia, e possono cambiare anche la sensibilità e la percezione nei confronti della sostenibilità. Persino alcune imprese di consulenza per progetti climatici molto riconosciute sono state recentemente criticate. All’improvviso un’iniziativa lodevole mostra effetti collaterali e non viene più considerata sostenibile. Magari perché era troppo unilaterale, seguiva severe disposizioni dettagliate oppure semplicemente perché non era abbastanza di ampio respiro.

Come fanno ad orientarsi le assicurazioni?

In ultima analisi non si tratta altro che di ascoltare le esigenze della clientela e applicare una vasta e sana concezione della sostenibilità. Gran parte della clientela sia privata che aziendale ha maturato una consapevolezza sulla sostenibilità. Perciò è fondamentale impegnarsi chiaramente a favore di una piazza finanziaria sostenibile – e procedere per gradi. Tutti noi abbiamo un interesse vitale a godere di un centro finanziario prosperoso nel lungo termine. Uno dei motivi del successo dell’economia svizzera è la partecipazione: non vengono semplicemente imposte decisioni dall’alto bensì i gruppi interessati si riuniscono e insieme cercano soluzioni. Che è poi il motivo per cui il Consiglio federale ha invitato gli operatori finanziari ad ampliare l’autodisciplina nel settore del greenwashing e metterla in pratica congiuntamente. L’Asset Management Association, l’Associazione svizzera dei banchieri e l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni collaborano gomito a gomito per contribuire a definire gli standard legati alla sostenibilità.

Più il tema della sostenibilità diventa centrale, più aumentano le normative in materia. Cosa ne pensa?

Arrivati a questo punto, dobbiamo chiederci a cosa servano le singole disposizioni. Negli ultimi anni si è visto un aumento costante della burocrazia. C’è il pericolo che i costi diventino sempre più alti e superino i benefici. La ricerca della sostenibilità non deve scadere in una lotta contro il cambiamento climatico a suon di scartoffie. Si tratta di un argomento troppo importante per burocratizzarlo o ridurlo a un’ideologia politica. Più regole non significa necessariamente più sostenibilità, soprattutto non a lungo termine. Anzi, magari è vero il contrario. Soprattutto quando la burocrazia è di ostacolo a innovazioni urgentemente necessarie. E qui torniamo al tema dell’equilibrio: i singoli passi vanno soppesati attentamente. Non si tratta di separare i buoni dai cattivi bensì di realizzare una sostenibilità globale. Non dovremmo mai perdere di vista il fatto che per garantire il nostro benessere e le nostre conquiste sociali occorre pensare in modo sostenibile e senza paraocchi.

Dichiarazione: Questo contenuto è stato creato dalla redazione di Sustainable Switzerland su incarico di economiesuisse.

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