Per una «gestione dolce» dei terreni.
Terreni coltivi e biodiversità vengono compromessi.
L’agricoltura intensiva nuoce alla biodiversità.
In Svizzera l’agricoltura intensiva è praticata dagli anni ‘60. Ciò si traduce in monocolture, impiego di pesticidi ed eutrofizzazione dei prati. Anche i boschi del Mittelland svizzero sono ormai molto sfruttati dall’agricoltura, con danni alla biodiversità. I pascoli e i campi sfruttati in modo intensivo non sarebbero più da intendere come «natura», ma come una sorta di «zona industriale» – così il biologo Stefan Eggenberg alla SRF. Il risultato è pressoché assurdo: oggi in Svizzera la biodiversità è maggiore nelle città che sui terreni coltivi.
I liquami danneggiano suolo e acque.
I numerosi animali da reddito sui pascoli e nelle stalle del nostro Paese producono liquami che a loro volta sono riversati sui campi. Il suolo e l’acqua sono inquinati da azoto e fosforo e la biodiversità è messa a rischio. Questo problema può essere risolto solo riducendo la quantità di bestiame da reddito. A tale scopo è tuttavia necessario un cambiamento del nostro comportamento alimentare, con un aumento del consumo di prodotti vegetali rispetto a quelli animali.
La qualità dell’acqua potabile è compromessa dall’agricoltura..
L’impiego intensivo di pesticidi non danneggia solo la biodiversità del suolo, ma contamina anche le acque sotterranee a causa delle infiltrazioni. Oggi un campione di acqua potabile su sette contiene pesticidi in quantità eccessive.
Ottimizzare le catene di produzione, invece di sfruttare eccessivamente il suolo.
In Svizzera, circa un terzo delle derrate alimentari prodotte è ancora gettato via o va perso. Se riuscissimo a sfruttare questo potenziale, l’auto-approvvigionamento potrebbe essere garantito nella stessa misura anche con una coltivazione più «dolce» dei terreni.