Logo image
Foto: Mobiliar

Simon Schudel, esperto della Mobiliare, in Optingenstrasse a Berna oggi. Olivier Messerli, Mobilaire

Clima ed energia Contenuto partner: la Mobiliare

Crisi climatica: arriva la città spugna

Più giornate torride, estati asciutte, tempeste violente e inverni poco nevosi: se vogliono mantenere salute e qualità di vita della popolazione evitando al contempo danni infrastrutturali, città e comuni devono reinventarsi. Il concetto di città spugna mostra come.

1

Condividi
Copiare il link LinkedIn
Ascoltare
Logo image

Crisi climatica: arriva la città spugna

Condividi
Copiare il link LinkedIn
Ascoltare

6 Min.  •   • 

Un giorno d’autunno a Berna. La pioggia picchia sull’ombrello, rigagnoli scorrono lungo la strada. Nella curva, dove il terreno si appiana, l’acqua scompare dentro il pozzetto di scolo. Qui incontro Simon Schudel, specialista di geoanalisi e rischi naturali presso La Mobiliare. «Spesso dimentichiamo che l’acqua è un utente della strada», dice. Ha in mano la carta del ruscellamento superficiale dell’Ufficio federale dell’ambiente. I calcoli si basano sulle precipitazioni che cadono in un luogo una volta ogni 100 anni – in pratica ogni estate da qualche parte in Svizzera. Di formazione geografo, Schudel indica un punto viola scuro sul foglio. «Siamo in un hotspot. Se, in caso di forti piogge, un ramo ostruisce il pozzetto o il sistema fognario s’intasa, l’acqua qui può arrivare a 25 cm».

1,3 milioni di edifici a rischio

Anche grazie alla collaborazione con il Laboratorio Mobiliare per i rischi naturali dell’Università di Berna, Simon Schudel sa dove avvengono le alluvioni e cosa provocano. Ma anche come evitarle. Fa cenno alla finestra d’uno scantinato, davanti alla quale c’è un muretto.

«Protegge il locale fino a un'altezza dell’acqua di 15 cm». Due rampe che conducono a due negozi più in basso lo preoccupano. «Davanti alla rampa serve un argine di 20-30 cm per convogliare l’acqua sulla strada. Altrimenti il negozio si allaga in pochissimo tempo». Le misure edilizie proteggono dal ruscellamento, cioè dalla pioggia che invece di disperdersi nel terreno scorre in superficie. Dato che le estati sono diventate più calde e i nubifragi più frequenti, il ruscellamento di superficie pesa sempre più sulle zone urbane. Secondo una stima della Mobiliare, è responsabile di 2/3 dei danni d’allagamento degli ultimi dieci anni. Alla fine di giugno il Laboratorio ha pubblicato un’analisi del potenziale dei danni. Il risultato: il 62% degli edifici in Svizzera, ossia 1,3 milioni di stabili con un valore a nuovo totale di 2300 miliardi di franchi, è a rischio d’allagamento per ruscellamento di superficie.

«I terreni e le piante assorbono l’acqua come spugne e la rilasciano lentamente.»

Pavimentazione porosa nella zona pedonale

Tali danni possono essere evitati anche grazie alla città spugna. L’idea di fondo: il terreno assorbe l’acqua come una spugna e la rilascia lentamente attraverso la traspirazione delle piante. Un modello lanciato dalla commissione di quartiere si trova in Breitenrainstrasse, a Berna: un triangolo di natura in mezzo alla zona pedonale asfaltata. «Il suolo è stato deimpermeabilizzato così l’acqua filtra tra sassi e piante invece di defluire inutilizzata nella canalizzazione», spiega Schudel.

Durante il nostro giro d’ispezione vediamo altri elementi tipici della città spugna, come una tettoia verde per bici o la superficie porosa d’un parcheggio. «Le misure adottate per la città spugna hanno un impatto economico, ecologico e sociale», continua. Sul piano economico mitigano i danni delle esondazioni e prevengono la saturazione dei canali di scolo. Inoltre la presenza d’un maggior numero d’alberi e zone verdi permette la traspirazione di più acqua e fornisce refrigerio durante le giornate afose. Dal punto di vista ecologico si osserva un beneficio a livello di biodiversità, microclima e bilancio idrico. E sul versante sociale lo spazio pubblico riqualificato migliora la qualità di vita delle aree fortemente urbanizzate.

Progetto faro in una strada di quartiere

Simon Schudel rimane in Optingenstrasse, una tipica strada di quartiere: poche zone verdi davanti alle case, molte auto parcheggiate e superfici impermeabili che durante la canicola si riscaldano come forni. Ma le cose stanno per cambiare. Dal 2024 Berna realizzerà delle misure d’adattamento al clima, alle quali la Mobiliare partecipa con 450 000 franchi. L’assicuratore di Berna ha accantonato un totale di 4,5 milioni di franchi come contributo a progetti di protezione del clima, per metà destinati a progetti di città spugna. Con i lavori di risanamento dei tubi dell’acqua viene rotto l’asfalto. Un terzo della superficie stradale rimane scoperta, l’asfalto viene sostituito da prato o marna porosa. Vengono collocati 20 alberi, rastrelliere per biciclette e posti a sedere. Gli alberi hanno più spazio nel sottosuolo e un più facile accesso all’acqua.

Foto: Ufficio del genio civile di berna

Fonte: Ufficio del genio civile di berna

L'immagine a destra mostra come sarà l’Optingenstrasse dopo la trasformazione.

La Svizzera in ritardo rispetto alla scena internazionale

Come rappresentante della Mobiliare Simon Schudel è a contatto con molte realtà urbane che hanno in programma progetti di città spugna. Consiglia: «La cosa più semplice ed economica è prevedere misure già in fase di progettazione. O inserirle quando vanno fatti dei lavori, come nel caso dell’Optingenstrasse».

Lo conferma anche Silvia Oppliger, capoprogetto Città spugna presso l’Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque (VSA), che valuta il concetto di sponge-city non solo con città e comuni, ma anche con imprese di costruzione e altri settori legati alla pianificazione e all’edilizia. «Nel raffronto internazionale la Svizzera arriva piuttosto tardi, ma nelle grandi città, in particolare Ginevra, il tema viene discusso da un paio d’anni», spiega.

L’amara lezione di Copenaghen

La capitale danese mostra fino a dove è possibile spingersi con il metodo della città spugna. Dopo le piogge catastrofiche dell’estate del 2011 e danni per 760 milioni di franchi sono stati avviati progetti di ricostruzione radicali: un mix d’impianti sotterranei collegati per deviare e rallentare l’acqua, parchi che fungono da superfici di ritenzione e vie che possono trasformarsi in fiumi e condotti. Ciò permette di frenare e controllare la massa idrica in caso di precipitazioni torrenziali.

Il progetto più grande interessa l’Enghavepark, ai piedi d’una collina. Grazie a interventi sopra e sotto la superficie, in caso d’eventi climatici estremi il parco ritrasformato è in grado d’immagazzinare oltre 22 000 m3 d’acqua. Inoltre, se piove intensamente, una pista di hockey diventa un bacino di ritenzione. In condizioni normali l’acqua piovana raccolta viene usata al posto di quella sotterranea per attività ludiche, l’irrigazione e la pulizia delle strade. Copenaghen parte da altre condizioni rispetto alle città svizzere, spiega Silvia Oppliger. «Ma quando si tratta di modellare la pianificazione urbana, p. es. per incanalare l’acqua su strada, la capitale danese è esemplare».

Con l’iniziativa strategica per la città spugna, al cui finanziamento partecipa anche la Mobiliare, VSA e un team interdisciplinare di partner di progetto intendono sensibilizzare, informare, sviluppare strumenti e implementare. Perché la città spugna funziona al meglio se tra le tante misure nascono interazioni positive che, goccia dopo goccia, fanno la differenza.

Agire sostenibile

Consigli utili

Come convogliare o raccogliere l’acqua piovana ed evitare danni da ruscellamento in superficie all’interno e all’esterno degli edifici:

  • valutare dove scorre l’acqua in caso di nubifragi e innalzare il manto stradale o porre muretti di fronte a entrate, rampe e lucernari di seminterrati;
  • sostituire le superfici impermeabili di parchi e aree antistanti gli edifici con marna o mattoncini vegetali;
  • recuperare l’acqua piovana e riutilizzarla, p. es. per irrigare il giardino; installare uno scolo nella superficie verde nel caso in cui le cisterne tracimassero;
  • investire in aree verdi anziché in giardini in pietra.
  • Verificare la possibilità di creare soffitti o facciate verdi.

Trovate maggiori informazioni sulla città spugna su vsa.ch/progetto-citta-spugna. Per domande alla Mobiliare sul tema della città spugna potete scrivere a: [email protected]

Ulteriori informazioni sulla città delle spugne

Dichiarazione: Questo contenuto è stato creato dalla redazione di Sustainable Switzerland su incarico di Mobiliare.

Questo articolo è pubblicato su

Pubblicità

Articoli popolari

Articoli consigliati per voi

Foto: Pixabay
Acqua

Mancanza d'acqua: perché l'oro blu della Svizzera è sotto pressione

Rodano
Acqua

Come prevenire conflitti per l'acqua nel cuore dell'Europa

Wasser und Berge
Acqua

Negli alpeggi ci si arma contro la carenza d'acqua

Articoli simili

https://unsplash.com/de/fotos/gruner-see-in-der-nahe-von-green-mountain-unter-blauem-himmel-tagsuber-Pd8MQ-nKTjU
Acqua

Tra siccità, inondazioni e cianobatteri, anche il Ticino ha un problema con l'acqua

Glacier avec de l'eau
Acqua

Prevenire le alluvioni da disgelo, si può?

Wasser
Acqua

«Dobbiamo consumare meno acqua e in modo più intelligente»