A prova di caldo? Parigi a 50 °C
Presto la capitale francese dovrà probabilmente fare i conti con nuove temperature record. E intanto cresce il timore di non essere in grado di affrontare questo effetto del cambiamento climatico.
Tempo di ascoltare il notiziario. «Da 10 giorni Parigi è alle prese con una cappa di calore senza precedenti. Il servizio meteorologico ha già registrato 44,7 °C ma la situazione è destinata a peg- giorare. Si prevede infatti un picco di 50 °C», avverte la conduttrice.
Questa trasmissione fittizia fa parte dello scenario di crisi «Parigi a 50 °C». Per ora la capitale francese non registra ancora temperature del genere. L’attuale record risale al 2019 ed è di 42,6 °C – un caldo comunque difficilmente sopporta- bile. La rivista specializzata The Lancet Planetary Health ha stilato un ranking negativo secondo il quale in caso di on- date di caldo Parigi sarebbe la metro- poli più letale d’Europa. Tra le 854 città e aree urbane considerate, in tutte le fa- sce d’età la capitale francese presentava infatti il maggior rischio di mortalità per caldo. Seguivano a ruota Amsterdam e Zagabria.
Prove generali di una crisi
Urge quindi chiedersi quanto e a che ve- locità debba cambiare Parigi per conti- nuare a essere abitabile anche in estate. Per avere delle risposte, lo scorso ot- tobre il municipio ha organizzato la prima simulazione di catastrofe ter- mica. Pénélope Komitès, assessora alla resilienza della città, vuole mostrare alla popolazione parigina «che ci stiamo pre- parando e cerchiamo delle soluzioni af- finché la gente possa vivere nel modo più normale possibile anche in situazioni estreme». Nel corso di un’esercitazione di ampia portata sono stati simulati non da ultimo blackout e misure di evacua- zione. «La gente deve acquistare dime- stichezza con questi scenari e imparare ad agire», così Komitès.
Numero medio dei giorni di caldo estremo per anno in alcuni Paesi europei nel periodo 1980-2024 Fonte: Statista (stato: febbraio 2024)
Anche coloro che possiedono un’a- bitazione sono chiamati ad agire. Per questo la città ha lanciato un pro- gramma concepito per incoraggiare le «eco-ristrutturazioni». «Prevediamo che al più tardi nel 2030 a Parigi farà caldo quanto a Siviglia e si toccheranno temperature anche di 50 °C. La città deve prepararsi», spiega Dan Lert, as- sessore al cambiamento ecologico e al piano climatico.
Tetti male isolati
In estate a immagazzinare calore nelle città sono soprattutto i tetti, che a Pa- rigi nell’80% dei casi sono realizzati con zinco e ardesia. E ben pochi sono isolati. La grigia distesa di tetti, con le sue in- numerevoli mansarde, è il risultato dei diktat stilistici dell’urbanista George Eugène Haussmann, che 170 anni fa am- modernò Parigi. Per le superfici piane lo zinco è il materiale migliore. Le parti in- clinate sono invece tradizionalmente ri- coperte di ardesia. Se nuova, la lamiera zincata è chiara e riflette circa il 50% dell’irraggiamento solare. E se è vero che questo materiale si scalda in fretta, è altrettanto vero che si raffredda rapi- damente – a patto che il tetto sia ben iso- lato e aerato.
I tetti parigini risalgono nel 20% dei casi al dopoguerra, molti sono isolati an- cor peggio di quelli in stile Haussmann. A prescindere dall’età, nella capitale francese un milione di appartamenti privati fa parte di una comunità di pro- prietà. Allo stato attuale ne vengono ri- sanati circa 2000 all’anno. L’obiettivo è però arrivare a 40 000 – c’è quindi an- cora molta strada da fare. La città ambi- sce a dimezzare il consumo energetico di tutti gli appartamenti.
Nel 2023 il consiglio comunale ha an- che approvato il progetto di un nuovo piano regolatore che ha definito «bio- climatico». In altre parole, ogni progetto edilizio deve prevedere delle isole di fresco in cui la gente possa trovare ri- fugio. E siccome gli alberi sono notoria- mente l’arma migliore per combattere il caldo, a Parigi verranno inverditi 300 ettari di terreno. Ma trovare superfici adatte non è semplice. Per prima cosa verranno deimpermeabilizzati cortili di scuole, piazze e strade e ampliati i par- chi. Durante il suo mandato la sindaca Anne Hidalgo intende piantare 170 000 alberi, alcuni dei quali formeranno delle «forêts urbaines». Il primo «bosco ur- bano» è stato da poco allestito su una piazza del quartiere Montparnasse: qui l’asfalto ha ceduto il posto a 470 alberi. «In questo boschetto, che ha anche una piccola radura, ci saranno 4 °C meno che altrove», promette Hidalgo. Tangui Le Dantec, docente di tecnica ambientale ed ecologia applicata, è scettico:
«Il bosco è un sistema complesso, non funziona a comando. Gli alberi non hanno abbastanza terra in cui affon- dare le radici: moriranno. E poi questo boschetto non ha nulla a che fare con il complesso ecosistema di una foresta e con la sua ricca flora e fauna».
Ora però la massima priorità spetta alla compilazione di una lista dei luoghi utilizzabili come punti di rifugio e refri- gerio. Cresce infatti la paura che il caldo possa farsi insopportabile a luglio e ago- sto, quando a Parigi si terranno le olim- piadi e 15 milioni di persone si riverseranno in città.
Questo articolo copre i seguenti SDG
Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) sono 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile concordati dagli Stati membri dell'ONU nell'Agenda 2030 e riguardano temi quali la riduzione della povertà, la sicurezza alimentare, la salute, l'istruzione, l'uguaglianza di genere, l'acqua pulita, l'energia rinnovabile, la crescita economica sostenibile, le infrastrutture, la protezione del clima e la tutela degli oceani e della biodiversità.
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