Dalla sua rielezione, il presidente Donald Trump continua a fare notizia. Nei primi 100 giorni dal suo insediamento ha firmato più ordini esecutivi di ogni altro suo predecessore degli ultimi 50 anni. Molti di questi interessano la politica ambientale e sociale, come ad esempio la decisione di far uscire gli Stati Uniti dall’Accordo sul clima di Parigi. Un chiaro segnale che Washington vuole tornare a puntare con forza sui combustibili fossili. Secondo gli esperti di finanza di UBS, gli investitori non dovrebbero lasciarsi intimidire troppo in fretta dall’inversione di rotta della Casa Bianca. In periodi turbolenti il consiglio è di mantenere il sangue freddo e di valutare con serenità se la propria strategia d’investimento rispetta ancora i fondamentali della macroeconomia.
Sta di fatto che finora nessun altro Stato importante ha seguito l’esempio degli USA voltando le spalle all’Accordo di Parigi. Il secondo mandato di Trump potrebbe sì frenare la promozione di alcune strategie ESG (Ambiente, Società, Governance), come quelle per la diversità e l’inclusione, e rallentare la decarbonizzazione dell’economia, «ma la tendenza sul lungo termine verso la sostenibilità e le rinnovabili sembra essere irreversibile», sintetizza l’analisi di UBS «How is President Trump affecting sustainability». Questo perché la lotta ai cambiamenti climatici è sempre più in mano all’economia privata. Secondo UBS, il 54% del finanziamento globale proviene da capitale privato e supera quindi gli investimenti pubblici.
I TRIO stimolano i mercati
A prescindere dai politici che governano un Paese, il Chief Investment Office (CIO) di UBS ha individuato tre megatrend che potrebbero dare impulso ai mercati azionari nel prossimo decennio: Intelligenza artificiale (IA), Energia e risorse e Longevità (longevity), i cosiddetti TRIO, acronimo di «Transformational Innovation Opportunity ». Interessante notare che, in ultima analisi, le opportunità racchiuse in questi fenomeni globali presuppongono la sostenibilità.
L’ascesa dell’IA
UBS ritiene che l’ascesa dell’IA sia ancora agli inizi e che potrebbe aprire ancora molte interessanti opportunità d’investimento. Non va comunque dimenticato che l’IA è un’arma a doppio taglio. Da un lato, per processare l’enorme mole di dati, i data center divorano grandi quantità di energia, si surriscaldano e per raffreddarli è necessaria moltissima acqua, che in alcuni luoghi potrebbe diventare un bene sempre più scarso. Dall’altro, l’IA migliora l’efficienza delle catene di fornitura e dei sistemi di gestione dell’energia, consentendo soluzioni intelligenti per l’economia dei rifiuti, dell’acqua e per l’agricoltura. Inoltre, l’IA può rivoluzionare il settore della sanità grazie, per esempio, alla capacità di riconoscere a uno stadio precoce determinate malattie come il cancro. Per gli investitori si apre una ricca gamma di opportunità, a cominciare dagli investimenti in imprese che sviluppano applicazioni IA sostenibili o lavorano per ridurre l’impatto ambientale dell’IA. Quel che è certo è che servono investimenti significativi nell’efficienza energetica e nelle infrastrutture. «Poiché la digitalizzazione è diventata un bisogno fondamentale, non c’è il rischio che il suo potenziamento finisca al centro di controversie politiche», spiega UBS.
Rinnovabili a gonfie vele
Il secondo megatrend, Energia e risorse, è in stretta correlazione con i temi dell’IA, dei data center e della mobilità elettrica, settori che richiedono sempre più energia elettrica. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) stima che tra il 2022 e il 2026 il consumo energetico globale dei data center raddoppierà, mentre l’Electric Power Research Institute – organizzazione no profit californiana che effettua ricerche sull’approvvigionamento di energia elettrica – ipotizza che entro il 2030, negli USA, i data center saranno responsabili di fino al 9% del consumo di corrente. Secondo il CIO di UBS, la quota delle rinnovabili sull’approvvigionamento elettrico dovrebbe continuare a crescere. Il motivo è che l’energia solare ed eolica sono le più indicate a soddisfare la fame di energia in rapida crescita. Gli impianti possono essere progettati e realizzati in tempi brevi e i costi per le energie rinnovabili si stanno abbassando. Secondo gli esperti, anche tecnologie avveniristiche come l’idrogeno e l’energia nucleare prodotta da piccoli reattori modulari – realizzabili indicativamente solo dal 2030 – potrebbero avere un ruolo importante sul lungo termine. Sebbene questo tipo di conversione e di potenziamento dell’approvvigionamento elettrico richieda tempo, nel lungo periodo offre anche opportunità a chi vuole investire in tecnologie promettenti: dalle soluzioni per il potenziamento della capacità delle batterie alle infrastrutture di ricarica per le auto elettriche.
Basi per una vita longeva
Anche il trend della Longevità e i cambiamenti demografici stanno dando vita a un’ampia gamma di possibilità d’investimento in diversi settori. Una cosa è certa: la ricetta della longevità basata su alimentazione sana, acqua pulita, spazi sicuri in cui abitare e assistenza sanitaria moderna richiede anche investimenti in un’agricoltura rigenerativa, in una produzione alimentare sostenibile, in sistemi idrici innovativi e in forme abitative adeguate all’età delle persone, arrivando fino alla telemedicina per curare determinante patologie da casa. Servono tecnologie e servizi che lavorino sulla prevenzione e siano economicamente accessibili.
Rischi e opportunità
La sostenibilità non è una moda passeggera della politica, ma una logica economica condivisa da sempre più consumatori, aziende e investitori in tutto il mondo. Le imprese che riducono progressivamente le proprie emissioni, fanno tesoro delle più recenti scoperte scientifiche e che informano con trasparenza sui propri rischi, potrebbero continuare ad attrarre l’azionariato.
«Chi tiene conto anche dei criteri ESG si fa un’idea più completa dei rischi e delle opportunità di un’impresa», sottolinea Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS, nel suo nuovo libro «The New Rules of Investing» (solo in inglese), scritto a quattro mani con il giornalista finanziario Richard Morais. Le azioni delle società che agiscono responsabilmente dovrebbero quindi essere meno esposte alle fluttuazioni dei cambi e attraversare i cicli congiunturali con maggiore stabilità.