Se per qualcuno le linee bianche che solcano l’azzurro dei cieli evocano sogni di terre lontane, per altri sono un doloroso monito di come l’intervento umano sull’ecosistema stia diventando sempre più invasivo. Le scie di condensazione possono coprire fino al 10% dei cieli dell’Europa centrale. In pochi però sanno che hanno effetti sul clima. Ma cosa ne favorisce la formazione? Le scie si formano ogni qualvolta gli aerei emettono nell’aria fredda e umida ad alta quota gas di scarico caldi contenenti vapore acqueo. Spesso l’aria non è più in grado di assorbire l’acqua e il vapore acqueo si condensa intorno alle minuscole particelle dei gas di scarico.
Come le nuvole, anche le scie sono composte soprattutto da goccioline d’acqua che si trasformano rapidamente in cristalli di ghiaccio. Il problema è che durante il giorno questi cristalli riflettono i raggi solari e di notte trattengono il calore irradiato dalla Terra, come con i gas serra, contribuendo così al riscaldamento globale. Secondo un rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) del 2022, le emissioni di CO₂ sono responsabili di oltre la metà dell’impatto climatico dell’aviazione – più del 35% è però imputabile alle scie.
Piccola deviazione, grandi effetti
«Se gli aerei potessero aggirare gli strati d’aria particolarmente umidi, le scie si potrebbero evitare e ridurre», hanno pensato alcune brillanti menti di Google. Ma come fa chi pilota gli aerei o coordina i voli a sapere quali sono le regioni con condizioni atmosferiche più favorevoli alla formazione di scie così da evitarle? Per questo il personale ingegneristico ha sviluppato una soluzione in grado di analizzare un’enorme mole di dati meteorologici, satellitari e di volo con l’intelligenza artificiale e di prevedere quando e dove si formeranno le scie. Sulla base di queste informazioni, piloti e coordinatori di volo adeguano l’altitudine di crociera alle condizioni atmosferiche.
In collaborazione con American Airlines, Google ha testato questa soluzione per sei mesi effettuando ca. 70 voli di prova e usando le previsioni basate sull’IA. In questo modo è stato possibile evitare il 64% delle scie e ridurle del 54%. Sebbene le deviazioni abbiano aumentato del 2% il consumo di carburante degli aerei interessati, se si considera l’intera flotta aerea, la maggiorazione dei consumi è solo dello 0,3%. Il motivo? Solo pochi voli hanno dovuto apportare una lieve modifica alla rotta.
«A conti fatti la misura ha un effetto positivo sul clima», afferma convinto Max Vogler, software engineer di Google, il quale ritiene i cambiamenti di rotta utili anche dal punto di vista economico. Secondo Google, con 5–25 dollari si riesce a risparmiare una tonnellata di CO₂ equivalente. Tanto per fare un confronto, un rapporto del Consiglio federale stima che i costi per ogni tonnellata di CO₂ ridotta in Svizzera siano tra i 150 e i 320 franchi. Dopo il successo dei test negli Stati Uniti, Google sta estendendo il progetto anche all’Europa. In collaborazione con Eurocontrol, l’organizzazione per il controllo del traffico aereo europeo, e altri partner dell’industria, i modelli di IA saranno affinati. Tra qualche anno la tecnologia potrebbe diventare lo standard in tutto il mondo.
Il volo più ecologico con TIM
Non serve essere un comandante per volare green. Anche i passeggeri possono fare la loro parte e prenotare un volo con meno emissioni inquinanti possibili. Su Google Flights, per esempio, alla voce «Emissioni standard» è indicato il CO₂ equivalente di ogni volo. Con un clic sulla funzione filtro «Solo meno emissioni», il motore di ricerca visualizza il collegamento più ecologico. I risultati sono sorprendenti: un volo diretto da Zurigo a Miami può produrre la metà dei gas serra di uno con scalo.
I dati di Google si basano sul Travel Impact Model (TIM), un modello che tiene conto di una serie di fattori come tipo di aeromobile, rotta, carico, e li calcola per ciascun passeggero. Più della metà delle prenotazioni di voli in tutto il mondo adottano TIM. Piattaforme come Booking.com, Skyscanner, Expedia e molte altre fanno riferimento ai suoi valori. Il modello gode di ampio consenso: dietro a ogni modifica c’è un comitato di scienziati, membri delle autorità aeronautiche europee e statunitensi e rappresentanti delle compagnie aeree. Anche il Principe Harry sostiene TIM con la sua organizzazione non-profit Travalyst.
Grazie alle nuove tecnologie, un domani forse vedremo meno strisce bianche fendere i nostri cieli, senza per questo impedire alle generazioni future di continuare a vivere il sogno del volo.