Molte aziende lamentano l'elevato costo delle nuove leggi ESG, sia a livello nazionale che internazionale, in particolare nell'UE, per quanto riguarda le catene di fornitura. Come vede i costi e i benefici in questo caso?
Holger Hoffmann-Riem: È vero che le nuove leggi e i nuovi regolamenti sono associati a un gigantesco sforzo di rendicontazione per le aziende, soprattutto a livello europeo. Questo porta alla situazione paradossale che alcune aziende non hanno più le risorse per affrontare le misure di riduzione - i dipendenti che si occupano di gestione della sostenibilità sono già completamente occupati dalla rendicontazione. Spero che a Bruxelles - come a Berna - prevalga la consapevolezza che "più reporting" non è sinonimo di "più impatto". E che ci si concentri sui dati che possono essere direttamente incorporati nella pianificazione delle misure.
Quali sono i vantaggi dei nuovi obblighi di rendicontazione, a parte il notevole impegno richiesto?
Oberli: Portano a una maggiore trasparenza e costringono le aziende ad affrontare le sfide che si trovano in profondità nelle loro catene di fornitura. Se ciò si traduce in misure concrete che migliorano le questioni ambientali e sociali, e se le aziende prendono di conseguenza più seriamente le loro responsabilità, queste leggi possono effettivamente portare a un miglioramento.
In che misura state orientando il vostro modello di business verso l'avvio o la promozione di un'economia circolare?
Oberli: Le risorse che noi e i nostri fornitori utilizziamo sono limitate e talvolta scarse. Più una risorsa viene utilizzata a lungo, più è ecologica. Nel caso dei telefoni cellulari, come rivenditori abbiamo un'influenza diretta sull'economia circolare, in particolare prolungando la vita utile. Nel 2022 e nel 2023, ad esempio, Swisscom ha ritirato circa 200.000 telefoni cellulari attraverso i programmi di seconda vita, restituendoli per un ulteriore utilizzo o, in alternativa, per un corretto riciclaggio delle materie prime. Ulteriori informazioni al riguardo sono disponibili sul sito.
Ci proponiamo inoltre di collaborare con i nostri fornitori per migliorare i nostri prodotti, come i box Internet e TV, in termini di consumo di materiale ed energia e di durata, riducendo così il loro impatto ambientale; si veda l'esempio del TV Box 5 citato in precedenza.
Quali consigli darebbe alle aziende che sono ancora agli inizi in termini di catena di fornitura sostenibile?
Hoffmann-Riem: Al momento, l'attenzione è chiaramente rivolta alla decarbonizzazione, e il primo passo è sempre un solido bilancio dei gas a effetto serra che mostri dove vengono generate le emissioni, dove si trova la maggiore leva e quali misure dovrebbero essere prioritarie. Poiché molte aziende si stanno addentrando in un territorio inesplorato, è consigliabile coinvolgere una società di consulenza competente e scambiare idee con altre aziende che si trovano nella stessa situazione.
Qual è la situazione attuale del settore ICT in termini di sostenibilità della catena di fornitura, anche rispetto ad altri settori?
Hoffmann-Riem: Non posso giudicare questo aspetto a livello globale, ma in Svizzera il settore ICT è certamente uno dei settori che ha affrontato la questione per tempo, con Swisscom in testa. Swisscom ha riconosciuto fin da subito che il settore ICT ha una grande influenza se sostiene i propri clienti nella riduzione delle emissioni. Oberli: Le emissioni che i clienti potrebbero risparmiare con il supporto di Swisscom sono attualmente circa tre volte superiori alle emissioni di Swisscom nell'intera catena del valore. Ci siamo posti l'obiettivo di aumentare significativamente questo fattore nei prossimi anni, offrendo servizi aggiuntivi per la decarbonizzazione e collaborando con le start-up.
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