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Paese di immigrazione Svizzera

Foto: Seongho Jang

Economia Contenuto partner: Economiesuisse

«Senza immigrazione, non potremmo risolvere il nostro problema demografico»

Anche se passa ancora relativamente inosservato al grande pubblico, il cambiamento demografico in Svizzera è iniziato. Nel 2020, per la prima volta, il numero di persone che sono andate in pensione ha superato quello dei giovani che sono entrati nel mercato del lavoro. In un'intervista, il presidente di economiesuisse Christoph Mäder spiega le conseguenze per la società e la piazza economica e le misure da adottare dal punto di vista dell’economia.

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«Senza immigrazione, non potremmo risolvere il nostro problema demografico»

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Christoph Mäder, cosa intende con sostenibilità sociale?

Christop Mäder: «Come per la sostenibilità ambientale ed economica, dobbiamo considerare l'impatto a lungo termine delle decisioni che prendiamo oggi. Le nostre azioni di oggi non devono mettere a rischio il benessere delle future generazioni. Ad esempio, dobbiamo garantire che le nostre istituzioni sociali siano progettate per essere sostenibili e finanziariamente solide, in modo che coloro che entrano oggi nel mercato del lavoro possano contare su una previdenza vecchiaia sicura.»

Qual è il grado di sostenibilità sociale della Svizzera oggi?

«In numerosi ambiti, come la distribuzione della ricchezza, la mobilità e la protezione sociale, siamo posizionati molto bene nel confronto internazionale. Ma il cambiamento demografico ci pone di fronte a una sfida importante che è lungi dall'essere conclusa. I problemi che ne derivano stanno diventando sempre più visibili.»

Come si manifestano questi problemi?

«La carenza di manodopera in Svizzera è evidente già oggi. Molte aziende di tutti i settori hanno enormi difficoltà a occupare i posti vacanti. E le prospettive sono cupe. Mentre l'aumento della popolazione attiva legato al baby boom ha avuto un effetto positivo sull'economia globale negli ultimi decenni, la tendenza si sta ora invertendo con il pensionamento dei baby boomers. E poiché il tasso di natalità è stato basso per lungo tempo, le fasce d'età che seguono non saranno mai in grado di compensare questa perdita di manodopera.»

Questo sembra paradossale: la popolazione svizzera raggiungerà ben presto i 9 milioni di abitanti, ma non abbiamo ancora abbastanza persone?

«Sì, perché è la popolazione attiva ad essere importante per il nostro benessere e per il finanziamento della nostra previdenza vecchiaia, e il suo numero è in calo dal 2020, a meno che non si compensi con l'immigrazione. Nel 2029, il numero di persone che raggiungeranno l'età di pensionamento supererà di oltre 30’000 unità i giovani che li sostituiranno. Entro il 2040, questa cifra salirà a circa 430’000 persone in totale. Ma questa proiezione non fornisce indicazioni su quante persone mancheranno effettivamente sul mercato del lavoro, dato che l'entità della carenza di manodopera è influenzata anche dagli sviluppi economici. Anche il numero di persone in età lavorativa che lavorano effettivamente svolge un ruolo importante. Un altro fattore decisivo è rappresentato dal fatto di continuare ad essere attrattivi per i lavoratori stranieri.»

Christoph Mäder

«Senza immigrazione non riusciremo a risolvere il nostro problema demografico. Non è possibile creare il nostro alto valore aggiunto solo con la manodopera indigena. Le imprese dipendono dall'arrivo di stranieri qualificati.»

Christoph Mäder

Presidente di economiesuisse

L'immigrazione è un tema molto controverso. Recentemente, è stata lanciata una nuova iniziativa per frenarla.

«Senza immigrazione non riusciremo a risolvere il nostro problema demografico. Non è possibile creare il nostro alto valore aggiunto solo con la manodopera indigena. Le imprese dipendono dall'arrivo di stranieri qualificati. Soprattutto dobbiamo mantenere la libera circolazione delle persone con i paesi dell'UE/AELS. Quattro persone su cinque che arrivano in Svizzera attraverso questa via svolgono un’attività professionale. Il loro tasso di occupazione è addirittura leggermente superiore a quello dei cittadini svizzeri.»

I paesi vicini sono confrontati alla stessa sfida demografica della Svizzera. È sufficiente affidarsi alla sola carta dell’immigrazione?

«Assolutamente no. Dobbiamo anche sfruttare meglio il potenziale della manodopera nazionale. Penso, ad esempio, a condizioni quadro che rendano più interessante per donne e uomini lavorare più ore. O agli incentivi per i lavoratori più anziani a rimanere attivi più a lungo. Oggi non è finanziariamente interessante lavorare oltre la pensione. È importante anche aumentare la produttività della nostra economia: più aumenta la produttività, meno radicali saranno le conseguenze del cambiamento demografico.»

Ciò significa che dovremo tutti lavorare ancora più duramente?

«No, gli esseri umani hanno risorse limitate. Ma mentre la produttività di un insegnante o di un'infermiera non può essere aumentata a piacimento, ciò è perfettamente possibile per le macchine, le apparecchiature mediche, i servizi finanziari, gli orologi, i medicamenti o i veicoli. In questi settori l'economia svizzera è forte e competitiva a livello internazionale. Per farlo, però, ha bisogno di condizioni quadro ottimali, come alti livelli di investimento nella formazione e nella ricerca competitiva, nonché l'accesso a programmi internazionali come "Horizon Europe". Ma anche la densità normativa influenza la produttività. La nostra ambizione deve essere quella di avere un numero minore di regolamenti statali, più leggeri e più pragmatici rispetto ad altri paesi.»

Al di là dell’adozione di queste condizioni quadro, quale potrebbe essere il contributo dello Stato?

«Negli ultimi anni, la Confederazione e i Cantoni hanno assunto personale ad un ritmo elevato. Il fatto che la crescita dell'occupazione sia maggiore nello Stato che nel settore privato è un problema, perché questa espansione sta aggravando la carenza di manodopera. È ora di porre fine a questa proliferazione di posti di lavoro. I politici devono smettere di affidare allo Stato sempre più compiti e pensare a cosa si potrebbe fare senza di esso. Inoltre, lo Stato e le aziende statali devono diventare più efficienti: siamo in ritardo per quanto riguarda la digitalizzazione, in particolare nel settore sanitario. Un passo avanti in questo settore contribuirebbe anche ad attenuare la carenza di manodopera.»

Dichiarazione: Questo contenuto è stato creato dalla redazione di Sustainable Switzerland su incarico di economiesuisse.

Questo articolo è pubblicato su

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