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Clima ed energia

Milano come Nuova Delhi: a un’ora dal Ticino l’aria più inquinata d’Europa?

Secondo il sito di monitoraggio IQAir, il capoluogo lombardo si trova da qualche giorno tra le tre città più inquinate al mondo – Ivan Maffioli del DT: «Ma alcuni dati sembrano improbabili»

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Milano come Nuova Delhi: a un’ora dal Ticino l’aria più inquinata d’Europa?

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A circa un’ora dal Ticino si trova quella che, attualmente, sembrerebbe la città più inquinata d’Europa e, per alcune ore oggi, anche del mondo. Come avrete probabilmente intuito stiamo parlando di Milano. Il capoluogo lombardo si posiziona ormai da qualche giorno tra le tre città più «sporche» nella classifica stilata dal sito svizzero IQAir. Il portale monitora in tempo reale la concentrazione di PM2,5 disperse nell’atmosfera. L’indicazione fornita sulla qualità dell’aria nella metropoli meneghina non lascia spazio a interpretazioni: «non salutare». Sempre secondo IQAir, la concentrazione di polveri fini supererebbe addirittura di 22 volte il valore guida annuale indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ecco quindi i consigli: evitare l’esercizio all’aperto e l’apertura delle finestre per arieggiare i locali, mettere in funzione i purificatori di aria all’interno degli edifici e, fuori da essi, indossare la mascherina.

Dati da prendere con le pinze

Ma la situazione a Milano è veramente così catastrofica come sembrerebbero indicare le misurazioni di IQAir? «IQAir si definisce una società svizzera, ma il suo numero di telefono è americano», esordisce Ivan Maffioli, collaboratore scientifico dell’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili del Dipartimento del territorio, da noi contattato per cercare di valutare la portata del fenomeno e le sue possibili ricadute sul nostro cantone. «Non c’è poi sufficiente chiarezza su come vengono realizzate le misurazioni che, in alcuni casi, sono probabilmente effettuate in modo non corretto. I dati forniti da IQAir vanno pertanto presi con le pinze».

Ciò vale soprattutto per il caso di Milano. «Guardando i dati ufficiali dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) della Regione Lombardia, si può osservare come essi siano decisamente diversi da quelli forniti da IQAir. Al momento, a Milano abbiamo una concentrazione di PM10 di circa 100 µg/m³ che, va sottolineato, è comunque il doppio rispetto al valore limite consentito».

Sulla stessa lunghezza d’onda di Ivan Maffioli anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala che, a margine di un incontro, ha risposto a un giornalista che IQAir «è un ente privato con nessuna titolarità. ARPA fa altre analisi che dimostrano tutto il contrario». A riportare le sue dichiarazioni è l’ANSA.

Diversa la situazione per il nostro cantone. «Per il Ticino devo dire che i dati forniti da IQAir sono corretti in quanto il sito si avvale delle misurazioni effettuate dall’Osservatorio Ambientale della Svizzera Italiana (OASI)», sottolinea il collaboratore scientifico del DT Ivan Maffioli.

Una rondine, comunque, non fa primavera. «In generale, alcune concentrazioni riportate da IQAir sembrano improbabili».

Riguardo a IQAir, una cosa importante da prendere in considerazione è anche il fatto che, oltre a fornire dati sulla concentrazione di polveri fini, l’azienda vende pure purificatori di aria e mascherine.

Il Ticino? Poco influenzato dalla Lombardia

E in Ticino, invece, qual è la situazione? Sicuramente è migliore di quella di Milano. Guardando i dati di Chiasso, per esempio, alle 14.00 si registrava un valore di PM10 di 90 µg/m³. A Mendrisio di 87 µg/m³, a Lugano di 57 µg/m³, a Locarno di 36 µg/m³ e ad Airolo di 6 µg/m³.

Il nostro cantone, dunque, è influenzato in maniera marginale dalla situazione di inquinamento che caratterizza la Pianura Padana. Ma come mai? «Diversamente dall’ozono, quello delle polveri fini è un fenomeno locale», spiega Maffioli. «A influenzare la dispersione di queste particelle è anche il trasporto d’aria: tale circolazione avviene di rado tra Lombardia e Ticino. Poi chiaro, un minimo influsso, soprattutto nella fascia di confine, c’è».

Un’importante differenza nella concentrazione di PM10 si osserva anche tra il Mendrisiotto e il Luganese. «Nel Mendrisiotto ci sono più traffico e un numero maggiore di industrie e ciò influenza negativamente la qualità dell’aria». Lo stesso discorso si può fare tra Sopra e Sottoceneri. «In questo caso, poi, a fare da scudo c’è anche il Ceneri».

Ma perché la Pianura Padana è così inquinata?

Detto dei dati di IQAir che sicuramente vanno relativizzati, cerchiamo di capire perché a Milano, e più in generale nella Pianura Padana, l’aria presenti comunque degli alti tassi di inquinamento. Le ragioni, spiega il Corriere della Sera, sono principalmente tre. Innanzitutto, la Pianura Padana si trova in una situazione geografica e climatica sfavorevole in quanto, essendo chiusa su tre lati da Alpi e Appennini, la circolazione dell’aria risulta difficoltosa a causa della scarsa ventilazione. In una situazione come quella attuale contraddistinta da alta pressione e temperature sopra la media, quindi, l’aria fredda ristagna alle basse quote favorendo l’accumulo di inquinanti.

A peggiorare la situazione determinata dalla geografia intervengono poi due fattori di origine antropica: l’alta densità di popolazione che risiede nella Pianura Padana, da una parte, e la presenza di importanti allevamenti intensivi e di coltivazioni agricole che fanno ampio uso di fertilizzanti, dall’altra. Iniziamo con la densità di popolazione, tra le più elevate d’Europa. Logica conseguenza del grande numero di persone residenti nell’area è l’altrettanto alto numero di veicoli con motore a combustione che circolano emettendo polveri fini. L’ampia presenza di persone in una determina area implica altresì l’esistenza di molte abitazioni il cui riscaldamento comporta l’immissione nell’ambiente di inquinanti.

Per quanto riguarda gli allevamenti, invece, Greenpeace sostiene che essi sono più inquinanti delle automobili. I fertilizzanti utilizzati nell’agricoltura, infine, producono ossidi di azoto.

Mattia Darni, «Corriere del Ticino» (19.02.2024)

Qui, Sustainable Switzerland pubblica contenuti curati da Corriere del Ticino.

Questo articolo è pubblicato su

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