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«Di fronte al cambiamento climatico il nostro ruolo è sempre più centrale»

Photo: CdT / Chiara Zocchetti

Clima ed energia

«Di fronte al cambiamento climatico il nostro ruolo è sempre più centrale»

Intervista al nuovo direttore di MeteoSvizzera, Christof Appenzeller, in carica dal 1. Gennaio – «Il nostro obiettivo è di comunicare le basi e le informazioni sui cambiamenti climatici in modo trasparente e scientifico»

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Dal primo gennaio 2023, MeteoSvizzera ha un nuovo direttore. Il Consiglio federale ha infatti nominato Christof Appenzeller quale successore di Peter Binder. A Appenzeller spetterà il compito di proseguire nel cambio di strategia già intrapreso dall’Ufficio federale di meteorologia e climatologia.

Direttore, MeteoSvizzera mette sempre più l’accento sulle questioni legate al cambiamento climatico. C’è un’evoluzione in corso in questo senso?

Christof Appenzeller: «Sì, è proprio così. Nell’attuale strategia di MeteoSvizzera per il periodo 2022-2026 i cambiamenti climatici rivestono un ruolo particolarmente importante. Oltre al monitoraggio del clima, MeteoSvizzera desidera fornire le basi per prendere decisioni riguardo la protezione del clima e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Questo va a vantaggio della società, come dimostrano i tre seguenti esempi. Il valore da noi calcolato, partendo dalle misure satellitari, della radiazione solare che giunge al suolo costituisce una base importante per l’attuazione della Strategia energetica della Svizzera. Inoltre, in collaborazione con il mondo scientifico, elaboreremo la prossima generazione di scenari climatici per la Svizzera, quale base comune per i decisori politici ed economici. A questo scopo dobbiamo garantire che anche in futuro venga calcolato regolarmente un modello climatico su scala regionale per tutta la Svizzera. Infine, vogliamo essere in grado di elaborare e comunicare tempestivamente e in modo consistente, ancora più di quanto fatto fino ad oggi, inquadramenti, analisi e spiegazioni sui cambiamenti climatici e sugli eventi meteorologici estremi».

Su cosa si basa la Strategia 2022-2026 di MeteoSvizzera?

«La nuova Strategia 2022-2026 è stata adattata alle esigenze e agli sviluppi attuali e previsti della nostra società. Nella strategia le future sfide sono formulate con sei «game changer». Essi indicano la direzione da seguire per consolidare il ruolo di MeteoSvizzera quale fornitore di prestazioni affidabili e di elevata qualità in Svizzera e per rafforzarlo in determinati ambiti, guidando MeteoSvizzera nel futuro. I sei game changer sono: «Cambiamenti climatici ed eventi estremi»; «Data as a Service»; «Allerte basate sull’impatto»; «Potenza di calcolo basata sulle tecnologie cloud»; «Prestazioni meteorologiche per l’aviazione»; «Organizzazione agile». Sono già stato coinvolto in modo determinante nell’elaborazione di questa strategia come membro della direzione e sono convinto che stiamo andando nella direzione giusta».

MeteoSvizzera comunica con la popolazione a suon di dati, ma non solo. È necessario orientare la lettura del pubblico?

«"Informare" è un compito importante dell’Amministrazione pubblica. Le autorità devono informare la popolazione su quale base prendono le loro decisioni. Le informazioni devono essere fornite in modo consistente, tempestivo e continuo. Questo è esattamente ciò che facciamo noi di MeteoSvizzera informando quotidianamente le autorità, il pubblico e i media. Il nostro obiettivo è di comunicare le basi e le informazioni sui cambiamenti climatici in modo trasparente e scientifico. Questo non sarebbe possibile senza le nostre misure e analisi pluriennali e di elevata qualità. Classificando, spiegando e inserendo in un contesto più ampio i fenomeni meteorologici e i cambiamenti climatici, generiamo anche un valore aggiunto per i nostri utenti di riferimento».

È entrato in carica da pochi giorni. Quali sono gli obiettivi che si è posto in termini di comunicazione?

«Il punto di forza di MeteoSvizzera è di utilizzare con successo le basi scientifiche e i più recenti sviluppi tecnologici per elaborare servizi meteorologici e climatici operativi, mettendoli a disposizione ogni giorno, 24 ore su 24, di un numero elevato di utenti, nelle tre lingue nazionali. La nostra comunicazione avviene attraverso diversi canali, quali ad esempio la nostra apprezzata app MeteoSwiss, il sito web, gli articoli del nostro blog, o i social media, ma anche direttamente attraverso la consulenza ai servizi specializzati. Sono convinto che, combinando maggiormente le informazioni meteorologiche con quelle climatiche nella nostra comunicazione, riusciremo ancor di più a sensibilizzare sui cambiamenti climatici gli utenti delle nostre prestazioni».

La nostra esistenza è sempre più colpita e condizionata da eventi estremi. Possiamo ancora definirli come eccezioni?

«Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ben visibili, come dimostrato dall’estate molto calda del 2022 e dalla mancanza di neve all’inizio dell’inverno in corso. Anche se è difficile attribuire ogni situazione meteorologica estrema ai cambiamenti climatici, la situazione attuale riflette molto bene gli scenari climatici per la Svizzera pubblicati nel 2018. La società deve, da un lato, prepararsi meglio alle future condizioni estreme e, dall’altro, ridurre rapidamente le emissioni di gas a effetto serra, ad esempio ricorrendo alle energie rinnovabili come l’energia solare, idroelettrica o eolica. In questo contesto, in futuro i nostri servizi meteorologici e climatici dovranno assumere un ruolo ancora più importante. Questa è la ragione per la quale abbiamo incluso questo aspetto nella nostra strategia».

Ha lavorato, negli scorsi anni, agli scenari climatici per il nostro Paese. Che cosa possiamo e dobbiamo aspettarci da qui all’immediato futuro?

«Gli scenari climatici 2018 descrivono come può cambiare il nostro clima sia entro la metà di questo secolo in corso, sia in seguito. «Estati asciutte», «forti piogge», «sempre più giornate canicolari» e «inverni poveri di neve» sono le conseguenze prevedibili per la Svizzera nel caso di cambiamenti climatici incontrollati. Gli scenari climatici abbinano le simulazioni dei più moderni modelli climatici alle osservazioni delle tendenze del passato, consentendo di dare uno sguardo al clima del futuro del nostro Paese, con un dettaglio fino ad oggi mai avuto a di-sposizione. Lo scenario «La protezione del clima funziona» illustra gli impatti dei cambiamenti climatici in Svizzera se fossero adottati sforzi coordinati a livello mondiale per contrastare l’attuale evoluzione. Con gli adeguati provvedimenti saremmo in grado di arginare tali impatti. Si dimentica spesso che in Svizzera l’aumento della temperatura è superiore rispetto alla media globale. Le ragioni sono due: da un lato, secondo l’attuale rapporto del Gruppo intergover-nativo sui cambiamenti climatici (IPCC) del 2021, con +1,6 °C rispetto alla media del periodo preindustriale 1850-1900, il riscaldamento sulla terraferma è nettamente più marcato di quello sopra gli oceani, che è pari a +0,9 °C. D’altro canto il riscaldamento è particolarmente pronunciato alle alte latitudini nell’emisfero nord. La Svizzera continua pertanto in modo ancora più determinato a portare avanti i suoi sforzi nell’ambito della protezione del clima e, laddove possibile, a intensificarli».

Sempre più importante, nel contesto attuale, è il sistema di allerta meteorologica. Quali margini di miglioramento abbiamo in questo ambito?

«MeteoSvizzera sta sviluppando ulteriormente le allerte meteorologiche, che saranno ancora più affidabili e aiuteranno la popolazione e le autorità cantonali ad adottare provvedimenti per limitare le vittime, gli incidenti e i danni causati dal maltempo. L’approccio muterà da «come saranno le condizioni meteorologiche?» a «cosa provocheranno?», «quale sarà il loro impatto?». Questo contribuirà a migliorare la comprensione delle allerte da parte della popolazione. A causa dei cambiamenti climatici perfezioniamo costantemente le allerte. In collaborazione con l’UFAM e swisstopo, stiamo attualmente creando un sistema di individuazione precoce e di allerta dei periodi di siccità. Questa novità sarà molto importante per il mondo economico e l’agricoltura. Inoltre, il Consiglio federale ci ha conferito nuove risorse finanziarie per effettuare investimenti nella nostra infrastruttura. I sistemi informatici intelligenti, come ad esempio l’Internet delle cose (IoT) per le nostre misure o i supercalcolatori presso il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico del Politecnico federale di Zurigo (CSCS) a Lugano, rivestono un ruolo importante per la resilienza di infrastrutture critiche come le nostre».

Qual è il ruolo di MeteoSvizzera sul piano internazionale?

«Il tempo e il clima non conoscono frontiere. Perciò MeteoSvizzera è sempre stata attiva a livello internazionale. Da un lato quale rappresentante ufficiale della Svizzera in organizzazioni come l’OMM, il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine ECMWF o l’Organizzazione europea per l’utilizzo dei satelliti meteorologici EUMETSAT. Dall’altro, sostenendo, in qualità di servizio meteorologico nazionale, Paesi emergenti e in via di sviluppo per migliorare le condizioni per la messa a disposizione di servizi climatici ai decisori politici. Un importante progetto attualmente in corso presso MeteoSvizzera è Weather4UN. Esso mira a migliorare il coordinamento della produzione e della trasmissione di informazioni meteorologiche all’interno del sistema delle Nazioni Unite e per le organizzazioni umanitarie in tutto il mondo. Questa iniziativa, sostenuta dal Consiglio federale, permette di adottare provvedimenti in maniera tempestiva e quindi di proteggere meglio la popolazione da eventi meteorologici estremi».

Dal suo punto di vista, la popolazione svizzera come vive questa fase di transizione climatica?

«Gli effetti dei cambiamenti climatici sono oggi già ben visibili in Svizzera, come ha dimostrato il 2022 con l’estate asciutta e il nuovo record delle temperature. Quando ho iniziato a lavorare presso MeteoSvizzera, spesso si sosteneva che il riscaldamento osservato fosse dovuto semplicemente a una variazione naturale del clima e che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’essere umano non avevano alcun influsso sul riscaldamento, benché il rapporto dell’IPCC del 1995 avesse già dimostrato con osservazioni e modelli che non era così. Oggi questa domanda non è più centrale. Le discussioni sono incentrate sulle soluzioni del problema climatico, su come ridurre al più presto le emissioni per ottenere un saldo netto pari a zero, ad esempio accelerando il ricorso a un approvvigionamento energetico pulito, promuo-vendo e potenziando la produzione di energie rinnovabili, nell’ambito delle quali, come detto, anche il tempo e il clima giocano un ruolo».

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