«I prezzi sono rimasti invariati per oltre 15 anni e sono molto bassi rispetto al resto della Svizzera – scriveva l’ateneo a fine giugno sulla sua pagina, informando sulla novità -. Ora sono stati adeguati per soddisfare le aspettative di sostenibilità e qualità». La scelta è dunque consapevole e meditata. Da un sondaggio effettuato nel 2019 tra i frequentatori della mensa (studenti, dipendenti dell’università e ospiti esterni) è emerso che «l’80% degli intervistati desiderava un’offerta più sostenibile» e sarebbe stato favorevole a dover pagare di più per mangiare carne. L’Università di Zurigo «si impegna a diventare climaticamente neutra entro il 2030». E mense e caffetterie possono influire in maniera importante su questo obiettivo. «I menù vegetariani, in media, hanno meno della metà dell’impatto ambientale rispetto ai menù a base di carne».
Ecco perché il loro prezzo è stato aumentato. «Inoltre, allo stesso tempo vengono creati i presupposti per degli acquisti più sostenibili per la riduzione delle emissioni di CO2, con prodotti regionali, stagionali e rispettosi dell’ambiente», così come «carne proveniente da allevamenti ’’adeguati’’ e prodotti biologici».
Nel giugno del 2020 i Verdi del Ticino presentarono una mozione affinché lo Stato si impegnasse a «educare e sensibilizzare i giovani sulle scelte alimentari, che hanno un impatto molto forte sull’ambiente», offrendo nelle mense scolastiche un’alternativa vegetariana/vegana all’interno del menù e favorendo «un’alimentazione equilibrata, basata su una maggiore quantità di alimenti locali e vegetali, provenienti da un’agricoltura adattata alle condizioni stagionali, rispettosa dell’ambiente e della biodiversità».
In effetti sono molti gli studenti che hanno richiesto un’attenzione maggiore nei confronti dell’ambiente. Ce lo conferma Arianna Pagani, vicepresidente dell’Associazione studenti ticinesi a Zurigo (ASTAZ). Che loda le decisioni prese dalla mensa dell’università, in linea con le sensibilità ambientali sempre più accresciute dei suoi frequentatori. Dal canto suo, solleva anche una questione: «Quella dell’ateneo è un’azione molto bella. Che però si avvicina molto alla decisione politica. E mi chiedo se sia giusto che ‘‘un’entità’’ simile spinga sulla modifica dei prezzi». Se la mensa dell’università ha optato per un (contenuto) aumento dei prezzi, comunque, è perché ne è emerso che i giovani sono disposti a pagare un pochino di più se a beneficiarne è l’ambiente. «E le idee possono cambiare le cose».
Che si tratti di una «scelta politica» non è una considerazione condivisa dal movimento Sciopero per il clima. Che per bocca di Larissa Bison – studentessa proprio all’università di Zurigo – spiega di vederla piuttosto come «una nuova opportunità che l'ateneo ha voluto offrire alle sue studentesse e ai suoi studenti: quella di seguire uno stile di vita più sano, ecologico e sostenibile».
E «senza pregiudicare la possibilità di consumare comunque prodotti animali e derivati, dato che la scelta di carne/pesce non è stata tolta». Per i giovani attivisti, «le università, proprio come luoghi di conoscenza, hanno il dovere di porre in primo piano la scienza, e ciò vuole anche dire riconoscere che l'alimentazione degli ultimi decenni non è sostenibile sul lungo periodo». Prendere le conseguenti misure può coincidere con l’aumento dei prezzi del menù di carne nella mensa, come pure con l’acquisto di prodotti biologici a chilometro zero. Sciopero per il clima, aldilà dell'effetto pratico di riduzione delle emissioni – che potrebbe sembrare «una piccola cosa» -, punta il focus piuttosto sul «messaggio di grande impatto che l'ateneo trasmette in questo modo: è ora di cambiare, e il cambiamento deve avvenire in tutte le sfere della società».
Ecco perché «l'introduzione di un sistema simile anche in altre mense dovrebbe e dovrà avvenire, accompagnato da una formazione più ampia sulla crisi climatica e su tutti gli altri aspetti che possono essere migliorati a livello personale (trasporti, riciclo dei rifiuti, attività di svago e simili). È sulle abitudini della nuova generazione che si costruirà la società del futuro».