Nell’ambito di un’ampia strategia di decarbonizzazione – che va dall’eliminazione graduale dei combustibili fossili all’impiego di fonti energetiche rinnovabili e a zero emissioni di carbonio – anche la supply chain assume un ruolo centrale per gli obiettivi ambientali di BMW. La casa automobilistica della Bassa Baviera ha concordato con i fornitori, e sancito contrattualmente, delle misure di riduzione del CO2. Tra queste si fa leva principalmente sull’elettricità verde, una quota di materie prime secondarie e l’ottimizzazione dei processi oppure l’impiego di materiali poveri di CO2. Le imprese fornitrici di celle per batterie sono quindi tenute a usare elettricità verde per la produzione mentre l’alluminio deve essere ottenuto con energia solare. Solo nel 2023 è stato possibile siglare oltre 700 accordi di questo tenore.
Non è che un altro elemento fondamentale per attuare la strategia di decarbonizzazione di BMW articolata nelle due tappe del 2030 e 2050. Già nel 2030, infatti, le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte per ogni veicolo del 40% lungo tutta la catena del valore – dall’acquisto delle materie prime fino al loro riciclaggio, passando per la produzione e l’utilizzo. E al più tardi entro il 2050 il BMW Group intende raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica nella catena del valore.
Un risultato che, appare chiaro, non si otterrà da soli ma con la collaborazione di partner e fornitori. Passo dopo passo, una pietra sopra l’altra. Secondo Oliver Zipse, presidente del consiglio di BMW AG, la questione di come ridurre l’impronta di carbonio dei veicoli durante l’intero ciclo di vita è diventata un fattore centrale di valutazione delle attività aziendali vista l’importanza di una strategia sulla sostenibilità senza lacune.
La gestione della catena di fornitura dell’auto è estremamente complessa. Dati, digitalizzazione e intelligenza artificiale svolgono un ruolo chiave per garantire la sostenibilità e trasparenza delle linee di fornitura. Anche qui vale il principio: meglio in compagnia che da soli. Partendo da questo presupposto, il BMW Group ha quindi partecipato al lancio dell’iniziativa Catena-X, una rete intersettoriale e collaborativa che unisce al suo interno noti concorrenti e fornitori e consente la condivisione sicura e standardizzata di dati tra tutti i partecipanti (vedi intervista).
Inoltre l’approccio local for local si concentra sia sull’aspetto ecologico che sulla sicurezza dell’approvvigionamento. L’obiettivo è rafforzare in primis le catene di fornitura regionali; gli acquisti vanno fatti possibilmente nella sede di produzione – quindi in Europa per l’Europa e in Cina per la Cina. BMW spera così di sviluppare maggiore flessibilità e resilienza rispetto a eventi politici ed economici imprevisti. E poi è risaputo che i tragitti più brevi contribuiscono a ridurre l’impronta ecologica della produzione di veicoli.
Metodi sostenibili di produzione, ampliamento della mobilità elettrica, promozione dell’economia circolare e inclusione della catena di fornitura: con la sua strategia di decarbonizzazione di largo respiro il BMW Group risponde alle sfide attuali e getta le basi per un futuro ecocompatibile del settore dell’auto. Un percorso che è iniziato già nel 1973, quando il marchio bavarese è stato il primo, nell’industria automobilistica, ad assumere una persona responsabile per l’ambiente – e ha posto la prima pietra per la strategia di sostenibilità tuttora attuale.