"L'Accordo sugli alti mari è un accordo innovativo, soprattutto alla luce del fatto che in passato la conservazione dell'ambiente marino non era un tema fisso e non c'erano investimenti in questo settore", spiegano gli esperti di UBS in un recente studio intitolato "The Blue Economy. Investimenti a lungo termine". Tra il 2015 e il 2019, solo 10 miliardi di dollari sono confluiti in questo settore. C'è un grande divario tra questo e i 175 miliardi di dollari effettivamente necessari all'anno per raggiungere l'obiettivo di sostenibilità SDG 14 ("Life Below Water") entro il 2030. Nello studio, gli esperti di UBS sottolineano che l'Accordo sugli alti mari ha "avviato una svolta significativa che porterà a un aumento delle misure politiche e degli investimenti in migliori pratiche commerciali e in soluzioni più praticabili per la salute degli oceani in futuro". Il compito è ora quello di costruire una fiorente economia blu basata su un approccio sostenibile agli oceani.
Secondo UBS, questo nuovo sistema economico comprende tutti i settori strettamente legati agli oceani e alle coste. La blue economy cambierà le loro pratiche commerciali e creerà soluzioni più efficaci per la salute degli oceani. Lo studio di UBS afferma inoltre che le nuove opportunità di investimento consentiranno agli investitori di sostenere questo cambiamento. "In questo contesto sono utili nuovi quadri normativi e informazioni più dettagliate da parte delle aziende. Poiché la questione ha ricevuto poca attenzione in passato, ci sono opportunità per strategie di coinvolgimento volte a ridurre l'impatto sui nostri oceani".
Le prospettive sono promettenti: secondo l'OCSE, si stima che il tema degli investimenti a lungo termine della "Blue Economy" crescerà fino a 3.000 miliardi di dollari entro il 2030, con investimenti nella gestione delle acque reflue, nella gestione dei rifiuti, nel riciclaggio della plastica e nell'acquacoltura sostenibile che contribuiranno per oltre 1.100 miliardi di dollari, secondo il Chief Investment Office (CIO) di UBS. Secondo il CIO, nel lungo periodo la crescita di questi settori dovrebbe attestarsi su percentuali a una sola cifra all'anno.
Focus sugli investimenti nell'oceano
Un modo interessante per investire nella blue economy è l'UBS Rockefeller Ocean Engagement Fund, lanciato di recente da UBS Global Wealth Management in collaborazione con Rockefeller Asset Management. Questo fondo azionario a gestione attiva si concentra sugli investimenti in società che si occupano di vari aspetti della salute degli oceani del mondo. Non si tratta solo di opportunità di investimento in aree specifiche della blue economy, come il trattamento delle acque reflue o il riciclaggio, ma anche di investimenti in aziende che vogliono adattare o ottimizzare il loro modello di business esistente in modo da contribuire più efficacemente alla salute degli oceani. Andrew Lee, Head Sustainable & Impact Investing di UBS Global Wealth Management, ha dichiarato: "Crediamo che l'impegno attivo degli azionisti abbia il potenziale per guidare un cambiamento positivo e migliorare la redditività delle aziende. La nuova strategia ci permette di avere un impatto maggiore su una delle risorse più importanti del nostro pianeta e di porre una maggiore attenzione agli investimenti negli oceani, che sono ancora relativamente poco finanziati dagli investitori."
I sistemi di trattamento delle acque e le restrizioni sul tenore di zolfo dei carburanti sono già in atto per contenere l'inquinamento delle acque, aprendo opportunità di investimento nelle tecnologie pulite per le industrie marittime e navali. Secondo gli esperti di UBS, è probabile che in futuro vengano adottate altre misure, in particolare nel settore del trasporto marittimo.
Approccio all'economia circolare
La gestione e il riciclaggio dei rifiuti sono considerati settori critici per la blue economy. L'inquinamento degli oceani con plastiche di ogni tipo rende evidente l'urgente necessità di aumentare i tassi di riciclaggio. Secondo UBS, ciò crea opportunità di investimento nelle società specializzate nella gestione e nel riciclaggio dei rifiuti e che hanno sviluppato tecnologie per ridurre l'inquinamento da plastica.
In questo contesto, l'approccio dell'economia circolare, strettamente legato alla blue economy, svolge un ruolo importante. L'industria del riciclaggio, in particolare il riciclaggio delle batterie, svolgerà un ruolo importante a causa della domanda di materiali per la decarbonizzazione, come sottolinea UBS. I nuovi metodi di riciclaggio sono alla base di soluzioni innovative per materiali tradizionalmente difficili da riciclare. Secondo gli esperti, anche le acquacolture sostenibili stanno diventando oggetto di attenzione da parte degli investitori. Esse contribuiscono a soddisfare la crescente domanda globale di cibo e risorse. Sebbene le acquacolture tradizionali abbiano spesso un impatto negativo sull'ambiente, le pratiche più sostenibili sono fondamentali per il settore.
Profitti superiori alla media
Lo studio sulla blue economy illustra nel dettaglio le opportunità e le sfide della gestione dei rifiuti, del riciclaggio e dell'acquacoltura. Secondo il rapporto, le aziende che sviluppano innovazioni nei settori del riciclaggio, delle plastiche bio-based o dell'acquacoltura sostenibile sono "ben posizionate per beneficiare delle tendenze strutturali e della crescente domanda di soluzioni sostenibili". In generale, gli investimenti tematici offrono accesso ai driver di crescita a lungo termine e, soprattutto, una migliore diversificazione. Essi mirano a beneficiare di tendenze globali riconoscibili come la crescita demografica, l'invecchiamento e l'urbanizzazione, nonché di sviluppi tecnologici come l'intelligenza artificiale. Secondo UBS, i settori economici che capitalizzano tali tendenze possono "ottenere una crescita degli utili superiore alla media nell'arco di un intero ciclo economico".