Con la sua tecnologia, Deiner è coinvolta in vari progetti in tutta la Svizzera e lavora a stretto contatto con le comunità locali. "Ho l'opportunità di incontrare i residenti dalle sorgenti di un torrente fino al suo deflusso in un lago. Queste comunità sono collegate e oggi queste persone capiscono che ciò che accade a monte può cambiare l'ambiente e la percezione a valle". Questo porta spesso a un dibattito tra aree rurali e urbane. "Questo è tipico non solo della Svizzera, ma di tutto il mondo", aggiunge Deiner. "Ma non possiamo volere cibo prodotto localmente e poi lamentarci che l'agricoltura inquina i corsi d'acqua". L'esperto sottolinea quindi la necessità di cooperazione: "Solo se le persone dispongono delle informazioni necessarie o, idealmente, raccolgono i dati da sole, ci sono le basi per sviluppare soluzioni comuni".
Uso dell'eDNA per i progetti di conservazione della natura
Deiner e la sua collega, la dott.ssa Elvira Mächler, hanno fondato lo spin-off SimplexDNA dell'ETH per mettere ulteriormente in pratica le loro ricerche. La loro attenzione si concentra sul monitoraggio delle specie invasive utilizzando l'eDNA. "Stiamo lavorando a diversi progetti in tutto il mondo, dal monitoraggio della cozza quagga, che sta attualmente invadendo e diffondendosi in Svizzera, alla misurazione della biodiversità delle mangrovie ripristinate in Senegal per il rilascio di certificati di CO2".
In finale di un concorso globale
Deiner e il team BiodivX hanno anche testato le tecnologie sviluppate in condizioni reali nell'ambito del concorso XPRIZE Rainforest. L'obiettivo del concorso era sviluppare metodi innovativi che potessero essere utilizzati per monitorare la biodiversità delle foreste pluviali.
Come uno dei sei team finalisti, i ricercatori di Zurigo dovevano generare informazioni sulla biodiversità della foresta pluviale brasiliana entro 72 ore. "Il limite di tempo ci ha posto di fronte a una grande sfida", spiega Deiner. "Dovevamo ridurre a 15 ore un flusso di lavoro che normalmente richiede dalle 70 alle 100 ore e mantenere accuratezza e precisione". Per soddisfare i requisiti, il team ha costruito un laboratorio a zaino che può essere utilizzato ovunque e richiede pochissima energia o raffreddamento. Secondo Deiner, si tratta di un salto di qualità nella ricerca: "È una cosa enorme e renderà molto più facile l'accesso alla tecnologia".
I campioni sono stati raccolti con un drone da una distanza di 1,6 chilometri. "È un risultato che non avrei mai ritenuto possibile", afferma Deiner. In totale, il team è riuscito ad analizzare il DNA di oltre 300 specie probabilmente uniche della foresta pluviale, in soli 16 campioni. Tuttavia, i ricercatori zurighesi scopriranno il loro risultato nella competizione internazionale solo alla fine dell'anno. I risultati sono visibili nel video.