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Foto: Alex Jones

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Allergia ai pollini, quando il sollievo viene dalla tecnologia

Sempre più persone nel mondo soffrono di raffreddore da fieno. Nuovi strumenti di misurazione rivoluzionari usati e testati in Svizzera consentono di migliorare le previsioni sui pollini nell'aria. Un'innovazione di cui possono beneficiare le persone allergiche, ma non solo.

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Occhi arrossati, naso che cola e raffiche di starnuti: sono sintomi abituali per i circa 1,7 milioni di individui in Svizzera che sono allergici ai pollini di alberi o graminacee. Si tratta di circa il 20% della popolazione, una quota che si ritrova anche a livello globale.

Bernard Clot sa bene cosa vuol dire convivere con il raffreddore da fieno. Da bambino, in estate non poteva stare all'aperto a giocare con gli amici perché soggetto ad attacchi di asma allergica. "È stato un periodo difficile", racconta il 60enne. L'allergia è scomparsa da diversi anni grazie a una terapia di desensibilizzazione, ma i pollini continuano a fare parte del suo quotidiano.

Bernard Clot è biometeorologo all'Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera). Studia cioè l'influenza dei fenomeni atmosferici e delle caratteristiche dell'aria, come la concentrazione di polline, sugli esseri viventi.

Anche a causa dell'inquinamento e del cambiamento climaticoLink esterno, sempre più persone sono allergiche ai pollini e ad altre particelle microscopiche di origine biologica presenti nell'aria (bioaerosol). Il problema non è soltanto sanitario: solo in Svizzera, i costi diretti (visite mediche, farmaci e terapie) e indiretti (assenza dal lavoro e perdita di produttività) associati a questa condizione sono stimati tra gli 1 e i 3,5 miliardi di franchi all'annoLink esterno.

"È quindi essenziale disporre di dati aggiornati e affidabili sui pollini”, afferma Bernard Clot.

Come si misurano i pollini nell'aria?

Sul tetto della stazione aerologica di Payerne, nella Svizzera francese, un apparecchio ad alta tecnologia aspira l'aria e tutte le particelle che contiene. I granuli di polline sono condotti nella camera di misurazione, dove due telecamere ultrarapide e dei laser di varie lunghezze d'onda ne determinano forma e dimensione.

I dati raccolti sono analizzati tramite algoritmi basati sull'intelligenza artificiale. Questi sono in grado di riconoscere in maniera selettiva i pollini più allergenici, come quelli delle graminacee e dell'ambrosia.

Le informazioni sulle concentrazioni di pollini nell'aria possono migliorare le previsioni a breve e medio termine, a beneficio di milioni di persone allergiche in Svizzera e in Europa. La ricerca e il mondo medico possono da parte loro utilizzare i dati retrospettivi per valutare l'efficacia dei trattamenti.

MeteoSvizzera coordina il progetto europeo EUMETNET AutopollenLink esterno, che mira ad automatizzare e a standardizzare il monitoraggio dei pollini nel continente. "Il polline non si ferma alle frontiere", dice Bernard Clot.

Rilevare i pollini a 5'000 m di altitudine

Sul tetto c’è anche un nuovo strumento, sviluppato dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) in collaborazione con istituti di ricerca tecnologica in Grecia, che permette di sapere cosa succede in quota.

Il prototipo testato attualmente a Payerne invia un impulso laser verso l’alto e può determinare la presenza e la concentrazione di particelle, di origine biologica e non, fino a un'altitudine di 5'000 metri. In maggio e giugno, ad esempio, ha mostrato che l'aria svizzera era carica di particelle di fumo provenienti da incendi in Nord America. Nel mondo sono in funzione solo quattro strumenti di questo tipo e quello che si trova in Svizzera è il più avanzato in termini di capacità, secondo l'EPFL.

Questa tecnologia consentirà di studiare la diffusione dei pollini su lunghe distanze. Permetterà anche di studiare l'influsso sulla salute umana e sul clima delle varie particelle contenute nell'aria, tra cui i batteri, spiega Athanasios Nenes, direttore del Laboratorio dei processi atmosferici e dei loro impatti dell'EPFL. L’impatto di queste particelle sulla salute è "assolutamente sottovalutato" ed è quindi fondamentale capire meglio ciò che succede sopra le nostre teste, sottolinea.

La rivoluzione della misurazione automatica dei pollini

Il sistema svizzero di misurazione del polline è completamente automatizzato e fornisce informazioni in tempo reale.

Si tratta di una grande rivoluzione rispetto alla misurazione manuale, il metodo standard usato nel mondo fino a pochi anni fa e ancora oggi impiegato in numerosi Paesi, dice Bernard Clot. In questo caso, i granuli di polline vengono depositati su un nastro di materiale plastico fissato su un disco metallico, prima di essere analizzati al microscopio. I dati sono disponibili solo dopo 7-9 giorni.

Il Giappone, dove l'allergia ai pollini è considerata un'emergenza nazionaleLink esterno, è finora stato il Paese più avanzato in termini di automatizzazione della misurazione, spiega Bernard Clot. A differenza della rete elvetica, però, vengono rilevati soltanto due tipi di polline, quello del cedro e del cipresso giapponese, responsabili di gran parte delle allergie nella popolazione nipponica.

Alcune persone sono però allergiche anche alle graminacee o all'ambrosia e quindi gli strumenti utilizzati in Svizzera potrebbero rivelarsi utili anche per il Giappone, indica a SWI swissinfo.ch Yoshie Nakamura, portavoce del servizio meteorologico nazionale giapponese.

 Una rete che riconosce sette tipi di polline

La Svizzera è la prima nazione al mondo a disporre di una rete nazionale per la misurazione automatica di diversi tipi di polline. La rete è operativa dall'inizio di quest'anno e conta 15 stazioni di monitoraggio nelle più importanti zone climatiche e vegetative del Paese.

I livelli di sette tipi di polline (nocciolo, ontano, betulla, frassino, faggio, quercia e graminacee) sono pubblicati sul sito di MeteoSvizzeraLink esterno e sono aggiornati ogni ora. Le persone allergiche possono anche consultare il radar dei polliniLink esterno per conoscere l'evoluzione prevista fino al giorno successivo, analogamente a quanto avviene per le condizioni meteorologiche.

Bernard Clot spiega che il sistema è progettato per identificare anche altre particelle allergeniche, ad esempio le spore fungine. "L'obiettivo è migliorare le previsioni, affinché le persone allergiche possano vivere meglio", afferma.

In futuro, aggiunge, si vuole ampliare lo spettro di particelle riconosciute, per includere anche le sostanze inquinanti, le microplastiche e quelle che possono causare malattie nelle piante coltivate.

Più persone allergiche a causa dell'inquinamento e del clima

Entro il 2050, la metà della popolazione mondiale soffrirà di un disturbo di tipo allergico, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità. All'origine dell'aumento c'è una combinazione di fattori ambientali e legati allo stile di vita. Ad esempio, una maggiore igiene riduce la nostra "resistenza" agli agenti esterni.

Diversi studi, tra cui uno realizzato a BasileaLink esterno, evidenziano in particolare un aumento del polline prodotto dagli alberi. In Europa, le foreste sono in espansione dagli anni Novanta, ma questo spiega solo in parte l’evoluzione dei pollini, secondo Bernard Clot.

L'aumento delle temperature e del CO2 nell'atmosfera induce le piante a produrre più polline. La durata e l'intensità della stagione dei pollini sono aumentate per diverse specie vegetali allergeniche, ha rilevato Marloes Eeftens, ricercatrice dell'Istituto tropicale e di salute pubblica svizzero, in uno studioLink esterno pubblicato nel 2021. "Le persone allergiche soffrono più a lungo e le loro reazioni a queste maggiori concentrazioni sono più intense", ha sottolineato.

Anche l'inquinamento ha un impatto. Un albero che cresce in mezzo allo smog produce polline che contiene più proteine allergeni e sostanze irritanti, spiega Clot. Senza dimenticare che alcune sostanze inquinanti danneggiano le mucose delle vie respiratorie e riducono le nostre barriere difensive. Gli allergeni penetrano più facilmente nell'organismo e provocano reazioni allergiche più forti.

Dati in tempo reale per sfuggire ai pollini

Le terapie personalizzate, come il trattamento farmacologico o la desensibilizzazione seguita da Bernard Clot, possono essere efficaci. Il primo passo è però quello di evitare il contatto con le sostanze allergeniche e in quest'ottica le strumentazioni utilizzate e testate a Payerne possono rivelarsi estremamente utili.

I dati in tempo reale aiutano i soggetti allergici nella loro vita quotidiana: possono pianificare le attività e l'assunzione di farmaci in base alle previsioni sulla diffusione dei pollini, optando ad esempio per uno sport all'interno piuttosto che del jogging all'esterno. Oppure possono prediligere una gita in pianura invece di un’escursione in montagna, o viceversa.

Un impatto concreto che stimola Bernard Clot ad andare avanti con il suo lavoro. Durante una giornata di informazione al pubblico sulla rete di misurazione dei pollini, organizzata di recente a Berna, numerose persone allergiche si sono avvicinate allo stand di MeteoSvizzera per ringraziare lui e il suo team per quanto fatto. "È la soddisfazione più grande", dice.

Luigi Jorio, «SWI swissinfo.ch» (30.08.2023)

Qui, Sustainable Switzerland pubblica contenuti curati da SWI swissinfo.ch.

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