Collegato a un’app, il sistema di restituzione kooky è anche parte integrante della carta della pulizia di Berna e va diffondendosi sempre più in ospedali, enti amministrativi, banche e università.
Riutilizzabili fino a 500 volte
Il punto forte di kooky? È soprattutto l’approccio tecnologico, che solleva bar, take-away e altri operatori dall’onere di prendere in consegna gli imballaggi riciclabili e, nello stesso tempo, permette ai consumatori di riciclare i bicchieri senza troppe difficoltà.
Il principio è semplice: il cliente acquista un caffè o un’altra bevanda calda da uno dei partner di kooky. La bevanda viene servita in un bicchiere riutilizzabile e riciclabile dotato di codice QR. Il prezzo comprende un franco di deposito. Una volta bevuto il caffè, il cliente legge il codice con lo smartphone e getta la «kooky cup» in uno dei box di riconsegna, che si aprono grazie a un sensore. A questo punto al cliente viene accreditato l’ammontare del deposito.
«Per usufruire del sistema non servono carte di credito né altri mezzi di pagamento e per la registrazione iniziale occorre solo un numero di telefono», precisa Matthias Huber. L’importo del credito presente nel wallet integrato può essere devoluto al WWF oppure versato sul proprio conto bancario.
I box vengono svuotati quotidianamente e i bicchieri portati via in bicicletta per poi essere puliti da un partner provvisto della necessaria infrastruttura. I bicchieri – che vengono successivamente riconsegnati ai partner di vendita sempre su due ruote – possono essere riutilizzati fino a 500 volte. A fronte dei 300 milioni di bicchieri monouso annualmente gettati via in Svizzera, viene a crearsi un gigantesco potenziale di riduzione dei rifiuti. Come puntualizza il General Manager Matthias Huber, già dopo 15 impieghi un bicchiere riutilizzabile vanta un bilancio ecologico migliore rispetto a quello di un recipiente usa e getta.
Nuovi modelli di business grazie all’IoT
Per Julien Halnaut kooky è un buon esempio di come l’IoT, ossia l’«Internet of Things», permetta di rea-lizzare idee commerciali nuove e sostenibili. Halnaut – che in quanto Manager Specialised Sales IoT pres-so Swisscom presta consulenza alle aziende alle prese con il lancio e la realizzazione tecnica di progetti IoT – non ha dubbi: «È in atto uno stravolgimento dell’economia classica per effetto di approcci perturba-tori e per le imprese questo implica una crescente pressione concorrenziale».
Ciò considerato, l’Internet delle Cose non è solo un semplice strumento di trasformazione digitale, ma anche un mezzo efficace per far fronte alle sfide della nostra epoca. «In ultima analisi l’IoT consolida la posizione di mercato di un’impresa», spiega Halnaut che, conoscendo le riserve nutrite da molte PMI verso le novità tecnologiche, consiglia di non catapultare di colpo un’intera azienda nell’era dell’IoT e di iniziare semmai da piccoli progetti. «Anche un viaggio comincia con un primo passo. E in questo caso il primo passo deve produrre un valore aggiunto oppure ridurre i costi». Halnaut conclude sottolineando che solo così una trasformazione avrà senso.
Nel caso di kooky il valore aggiunto consiste sia nella praticità offerta al consumatore, sia nella riduzione degli oneri per gli operatori e dell’impatto ambientale. «L’IoT cambierà progressivamente la nostra quoti-dianità», dichiara convinto Dmytro Boguslavskyy, Chief Technology Officer e cofondatore di kooky. «Cre-diamo che la nostra missione sia quella di fare di kooky la spina dorsale del movimento del riciclo». Per-ché – aggiunge Boguslavskyy – l’usa e getta non è certo una soluzione.
Il caffè è solo l’inizio
Perché kooky funzioni, è indispensabile una tecnologia affidabile, soprattutto per la trasmissione dei dati. La start up zurighese si affida all’LTE-M di Swisscom. Questa tecnologia di telefonia mobile energetica-mente efficiente consente di collegare alla rete i box kooky, monitorare livello di carica delle batterie e grado di riempimento e, naturalmente, controllare la gestione dei bicchieri e dei pagamenti via app.
Come fa notare Matthias Huber, fattori quali l’affidabilità e la facilità d’uso hanno inciso enormemente sulla scelta della soluzione più adatta. E il caffè da sorseggiare strada facendo è solo l’inizio: il rivoluzio-namento dell’economia circolare deve continuare. Perché quel che sta funzionando con il caffè, può fun-zionare anche con altre bevande o con il cibo. Grazie ai recipienti riutilizzabili, a un sistema di restituzione capillare e a un’infrastruttura smart che sfrutta in modo mirato le opportunità offerte dall’IoT.