I dati attuali dimostrano inoltre che un edificio costruito oggi consuma da quattro a sette volte meno energia di un edificio costruito prima del 1980. Inoltre, a seguito delle leggi vigenti, i nuovi edifici non emettono CO2. Dal punto di vista della Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC), è quindi spesso più efficiente in termini energetici demolire i vecchi edifici e sostituirli con altri a impatto climatico zero piuttosto che risanarli. Questo nonostante il fatto che anche i risanamenti ad alta efficienza energetica dovrebbero essere sostenuti.
Più alloggi per gli abitanti delle città
Oggi, ogni appartamento demolito in Svizzera viene sostituito in media da due nuovi, e lo spazio abitativo viene triplicato. In questo modo, non solo si evita l’espansione urbana, ma si protegge anche il suolo, che è una preziosa risorsa. Allo stesso tempo, si creano alloggi dove la popolazione ne ha bisogno, ovvero nelle città e negli agglomerati.
Zurigo ne è un buon esempio: la città ha riconosciuto il potenziale degli edifici sostitutivi. Tra il 2011 e il 2020, circa la metà di tutte le nuove opere edilizie riguardava appartamenti costruiti per sostituire edifici residenziali o insediamenti obsoleti. Il 40 per cento degli appartamenti è stato ricavato da conversioni, per lo più su aree industriali dismesse. Solo il 10 per cento di tutti i nuovi edifici a Zurigo è stato costruito su terreni non edificati, per lo più su aree di stoccaggio, parcheggi o giardini familiari.
Anche nella Svizzera occidentale, la pianificazione del riuso del suolo propone edifici che, da un lato, includono concetti ad alta efficienza energetica e, dall’altro, consentono una densificazione dell’autentico spazio urbano. Ne sono un esempio i progetti di sviluppo su grandi aree come Praille-Acacias-Vernets (PAV) a Ginevra, che in futuro darà spazio a circa 11000 unità abitative e altrettanti posti di lavoro. Oltre ai vantaggi ecologici, questo comporta anche vantaggi sociali dove l’aumento di nuovi alloggi diminuisce il prezzo delle abitazioni. Ma gli edifici sostitutivi sono interessanti anche per i proprietari, che possono creare maggiori spazi abitativi senza dover acquistare nuovi terreni edificabili a fronte di prezzi al metro quadro in costante aumento.
I rifiuti come risorsa preziosa
Oltre all’ammodernamento del patrimonio edilizio, altre misure potrebbero contribuire a un migliore equilibrio climatico, ad esempio nel settore dei materiali da costruzione. Secondo una stima dell’Ufficio federale per l’ambiente, il patrimonio edilizio del Paese è costituito da 3,2 miliardi di tonnellate di ghiaia, sabbia e cemento. Si tratta delle risorse indigene più importanti. Oggi, il 75 per cento del materiale di scavo e il 70 per cento del materiale di demolizione vengono già riutilizzati. Questo approccio è essenziale e rappresenta un importante tassello nella lotta alle emissioni di CO2.
Il principio dell’economia circolare non è nuovo, risale infatti al Medioevo: mentre alcuni edifici sono durati per secoli, altri sono stati dismessi e i materiali riutilizzati altrove. L’industria delle costruzioni ha iniziato a investire in impianti di riciclaggio già negli anni Novanta. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), oltre l’80 per cento dei rifiuti edili rimane nel ciclo dei materiali. Tuttavia, il potenziale è ancora enorme, considerando che il settore produce la maggior parte dei rifiuti in Svizzera (84 per cento), superando i rifiuti domestici (7 per cento). E dei 40 milioni di tonnellate di calcestruzzo utilizzati ogni anno, il calcestruzzo riciclato rappresenta solo il 15 per cento.
Per questo motivo, la quota di riciclaggio deve essere ulteriormente aumentata, ad esempio tramite l’utilizzo di nuove tecnologie come i sistemi di smistamento robotizzati. La SSIC si appella in particolare ai costruttori pubblici, affinché diano l’esempio e lavorino con prodotti riciclati. Questo esempio dovrebbe essere seguito anche dai privati in futuro, per garantire un progresso sostenibile.