La Svizzera in ritardo rispetto alla scena internazionale
Come rappresentante della Mobiliare Simon Schudel è a contatto con molte realtà urbane che hanno in programma progetti di città spugna. Consiglia: «La cosa più semplice ed economica è prevedere misure già in fase di progettazione. O inserirle quando vanno fatti dei lavori, come nel caso dell’Optingenstrasse».
Lo conferma anche Silvia Oppliger, capoprogetto Città spugna presso l’Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque (VSA), che valuta il concetto di sponge-city non solo con città e comuni, ma anche con imprese di costruzione e altri settori legati alla pianificazione e all’edilizia. «Nel raffronto internazionale la Svizzera arriva piuttosto tardi, ma nelle grandi città, in particolare Ginevra, il tema viene discusso da un paio d’anni», spiega.
L’amara lezione di Copenaghen
La capitale danese mostra fino a dove è possibile spingersi con il metodo della città spugna. Dopo le piogge catastrofiche dell’estate del 2011 e danni per 760 milioni di franchi sono stati avviati progetti di ricostruzione radicali: un mix d’impianti sotterranei collegati per deviare e rallentare l’acqua, parchi che fungono da superfici di ritenzione e vie che possono trasformarsi in fiumi e condotti. Ciò permette di frenare e controllare la massa idrica in caso di precipitazioni torrenziali.
Il progetto più grande interessa l’Enghavepark, ai piedi d’una collina. Grazie a interventi sopra e sotto la superficie, in caso d’eventi climatici estremi il parco ritrasformato è in grado d’immagazzinare oltre 22 000 m3 d’acqua. Inoltre, se piove intensamente, una pista di hockey diventa un bacino di ritenzione. In condizioni normali l’acqua piovana raccolta viene usata al posto di quella sotterranea per attività ludiche, l’irrigazione e la pulizia delle strade. Copenaghen parte da altre condizioni rispetto alle città svizzere, spiega Silvia Oppliger. «Ma quando si tratta di modellare la pianificazione urbana, p. es. per incanalare l’acqua su strada, la capitale danese è esemplare».
Con l’iniziativa strategica per la città spugna, al cui finanziamento partecipa anche la Mobiliare, VSA e un team interdisciplinare di partner di progetto intendono sensibilizzare, informare, sviluppare strumenti e implementare. Perché la città spugna funziona al meglio se tra le tante misure nascono interazioni positive che, goccia dopo goccia, fanno la differenza.